Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Le mura di cinta - Tindari
Complemento interessante alla visita della città è il giro delle mura di Tyndaris: queste, di cui si misero in luce tratti cospicui nel 1955-56 (F. Barreca, N. Lamboglia) costituiscono anche per la loro buona conservazione uno dei più imponenti complessi di fortificazioni della Sicilia greca. Gli scavi, che ne hanno messo in luce il maggior tratto, hanno permesso di datarle ai primi anni del sec. III a.C. Circuivano l'intero occupato della città, ma il tratto orientale a sinistra della scolta della strada di accesso al santuario non essendo stato ancora sistemato , è difficilmente rintracciabile fra la rigogliosa vegetazione di fichi d'india. E' stato messo invece in luce quasi per intero il tratto meridionale. La cinta venne completata sul lato verso il mare e rimaneggiata in epoca tardo imperiale e bizantina.Attraversate da postierle, le mura sono interrotte dai grandiosi apprestamenti difensivi della porta urbica principale, che si apriva al fondo di una tenaglia semicircolare, protetta da due grandi torri.
La cinta si sviluppava per una lunghezza di circa 3 km ed era della tipologia "a doppia cortina, con due muri paralleli (circa 0,70 m di spessore) in opera quadrata di arenaria con disposizione isodoma, separati da uno spazio, in origine riempito con terra o sassi (2,10 m di spessore), raggiungendo un'altezza di 6,85 m. A distante diseguali si innalzavano torri quadrate: una di queste (spazio interno di 6,5 x 5,15 m e con muri larghi 0,43 m e lunghi 0,87 m) conserva un tratto della scala che portava alla sommità delle mura.
La porta principale, sul lato sud-occidentale, era fiancheggiata da due torri e protetta da un'antiporta a tenaglia di forma semicircolare, con l'area interna lastricata con ciottoli. Altri piccoli passaggi si aprivano a fianco delle torri della porta maggiore e venivano utilizzate per le sortite dei difensori.
La visita ha inizio dal punto in cui la carrozzabile attraversa la cinta, percorrendo la stradetta pedonale che la Soprintendenza ha sistemato e che ne segue il percorso dal di sotto fino al Teatro greco. Nell'ansa della rotabile si conservano le vestigia di una torre, e a Est della quale le mura sono attraversate da una grande cloaca. Segue a Ovest della torre un lungo tratto rettilineo ben conservato, nel quale si nota bene la struttura delle mura appoggiate al riempimento interno di pietrame irregolare, che colma anche le torri quadrate sporgenti all'esterno del muro; molti dei blocchi recano contrassegni indicanti la cava da cui provengono. Oltrepassata la seconda torre, nelle mura si apre una postierla. Nella terza torre (trasformata in età più tarda ricavandovi una stanza interna con feritoie) sono riadoperate antiche iscrizioni. Le mura svoltano ad angolo retto; i contrassegni dei blocchi sono qui numerosissimi. Fra la quarta e la quinta torre, di dimensioni maggiori delle altre (presso ciascuna delle due è una postierla) si apre nel mezzo di una tenaglia semicircolare la porta principale della città, a due fornici (dipylon), fuori della quale nei campi sottostanti sono resti dei monumenti funerari di età romana. Dopo un altro, breve tratto rettilineo, due rampe di scale a d. collegano con lo spezzone di muro superiore (che però è all'interno di una proprietà privata; per seguirlo bisogna salire sulla strada): è questo un lungo tratto anch'esso rettilineo ottimamente conservato nei due paramenti. Dopo un dente, dove è un'altra posterla, esternamente alle mura sono due grossi blocchi in muratura, affiancati, probabilmente piloni di un arco onorario, si apriva una seconda porta poi otturata. Subito dopo, la grandiosa struttura a blocchi parallelepipedicessa e le mura seguitano in struttura assai più modesta, con campate in muratura e calce intonacata alternate con ricorsi verticali di blocchi, che rappresenta forse la più antica fase costruttiva della cinta muraria. Saggi eseguiti in vari punti permettono infatti di supporre che le mura siano sorte in un primo tempo, per l'urgenza di creare una fortificazione, con questa tecnica più povera e scadente, e che solo in un secondo tempo, nel corso del III a.C., si sia provveduto a sostituirla con una struttura assai più nobile e più robusta. Nel tratto in questione, sotto il villaggio, la scuola e il Teatro, alla cinta greca ( in massima parte crollata o interrata) si sovrappongono tratti di nuova cinta, eretta in tarda età imperiale romana (sec. IV-V), in gran parte con blocchi tolti ai diruti monumenti della città.