Fine del VI - inizi V sec. a.C. - viene eretta la cinta inferiore di mura che seguiva la forte pendenza della valle fino a chiudere, come una diga, il varco naturale. Una larga apertura al centro (6,6 m) protetta dalle torri VI e IX, costituiva il varco di accesso alla porta di Valle.
Seconda metà - fine del V secolo a.C. - due grandi torri (VII e VIII) vengono addossate alle mura ai lati della porta (in due momenti diversi, come indicano il materiale impiegato e la diversa tecnica costruttiva).
Fine V sec. a.C. - L'ampiezza della porta viene dimezzata (fino a 2,90 m) da un nuovo muro collegato alla torre ovest.
Fine IV - inizi III sec. a.C. - Le difficoltà di difesa di una porta in questo luogo, anche a causa delle nuove tecniche di guerra, portano alla chiusura totale del varco, sostituito dalla cosiddetta Porta Stazzo in posizione più elevata. Le torri e i nuovi ambienti vengono quindi trasformati in un possente apparato per l'alloggiamento di macchinari bellici, come dimostra anche la presenza di un magazzino dove sono state rinvenute 120 palle per catapulta. A maggior difesa viene scavata una serie di fossati davanti al fronte fortificato, raggiungibili sotterraneamente da una delle torri, che da un lato consentiva ai soldati sortite e rientri rapidi, e dall'altro costituiva un pericolo per gli assedianti che osavano spingersi fin sotto le mura. Nel riempimento della trincea sono state trovate palle per catapulta, chiodi di ferro (appartenenti forse ad una impalcatura lignea interna alla trincea) e numerose punte di armi da lancio.
Seconda metà III sec. a.C. – La costruzione tra le torri VI e IX di un tratto di mura (cosiddetta "cinta di mezzo"), che arretra il sistema difensivo si circa 100 m, determina un lungo periodo di abbandono della zona e la creazione di un notevole interro della parte interna delle mura.
Seconda metà I sec. a.C. - I sec. d.C. -Dopo un uso limitato delle strutture della porta, al livello della quota di interramento, il definitivo abbandono dell'utilizzo militare della zona è conseguente alla costruzione della cinta superiore nella prima metà del I secolo d.C. L'area della Porta di Valle viene quindi riutilizzata da un frantoio per la spremitura delle olive. Nella parte ovest è parzialmente conservato un impianto di torchiatura organizzato su due livelli: resta un basamento circolare in pietra inserito in un pavimento di cocciopesto, collegato, tramite un canale di scolo, ad una vasca di raccolta dell'olio. Al livello inferiore era probabilmente alloggiata l'asta verticale con la quale si azionava il torchio a vite; di questa non rimane che la buca di asportazione.