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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::i-normanni-in-sicilia»Roberto il Guiscardo e Ruggero d'Altavilla » Storia

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...Si racconta che il grido di quest'uomo avesse messo in fuga intere moltitudini. Siffattamente dotato dalla fortuna, dal fisico e dal carattere, egli era per natura indomabile, mai subordinato ad alcuno...





Tra i fratelli d'Altavilla si distinse Roberto, detto il Guiscardo,cioè l'Astuto, uomo ambizioso e guerriero impavido: il "più alto del più alto" degli Altavilla.
Roberto, accorrendo in aiuto al fratello Umfredo, sbaragliò a Civita nel 1053 le milizie di papa Leone IX alleate con alcuni congiurati che erano riusciti ad uccidere il fratello Drogone successo all' altro fratello Guglielmo, soprannominato Braccio di Ferro e già Conte delle Puglie mentre il Ruggero conquistava la Calabria.
Per aprirsi la strada verso la Sicilia, il Guiscardo liberò papa Leone IX rinunciando a Benevento, precedentemente conquistata.
Nel 1059 sottoscrisse l'accordo di Melfi con papa Nicolò II ottenendo, tra l'altro, l'investitura come duca di Puglia e Calabria, con l'obbligo di riconoscersi suo vassallo ma guadagnando il riconoscimento dei diritti feudali sull'italia meridionale.
Maggiori fautori dell'opera di conquista della terra di Sicilia, furono i già menzionati fratelli della famiglia Altavilla: Roberto il Guiscardo e Ruggero.
L'occupazione della Sicilia ebbe inizio da Messina dopo la caduta di Reggio, nel 1061.
Ruggero, sollecitato dai Cristiani di Messina, aveva già oltrepassato per la prima volta lo stretto ma, dopo aver sconfitto clamorosamente i musulmani, carico di bottino era rientrato in Puglia per accorrere in aiuto di Roberto, impegnato con i baroni ribelli.
L'anno appresso ritornato in Sicilia col fratello Roberto occupò Troina e nel 1063 sconfisse nei pressi di Cerami i musulmani. Nella primavera del 1064 posero l'assedio a Palermo senza peraltro conquistarla. L'impresa fu ritentata nel 1071, anno in cui cadde Catania,e venne portata a termine il 2 gennaio del 1072.
Palermo riuscì a resistere per circa sei mesi; gli abitanti di questa città furono costretti a pagare un tributo in cambio di una maggiore autonomia amministrativa e della libertà di culto. La caduta della capitale accelerò quella di molte altre città (Enna nel 1087, Castrogiovanni nel 1088) e i due fratelli si divisero le terre conquistate: Roberto tenne Palermo, Messina e Val Demona, Ruggero il resto dell'isola che sottomise interamente nel 1091 con l'espugnazione di Noto e Butera.
L'anno appresso conquistò e rese tributarie Malta e Gozzo.
Ruggero d'Altavilla, dopo la morte del fratello Roberto avvenuta nel 1085, governò col titolo di gran conte di Sicilia e di Calabria dimostrando un notevole spirito di tolleranza verso i vinti. Nel 1098 Ruggero riceve dal Papa Urbano II l'Apostolica Legazìa con la quale ha facoltà di nominare direttamente tutti i vescovi Siciliani.
Morì il 22 giugno a Mileto, da dove venne trasferito nel Duomo di Palermo.
I Normanni contribuirono a formare uno stato che, superando il modello feudale piramidale, si avvarrà di un apparato di funzionari statali e del Parlamento con funzioni di controllo sullo stesso sovrano attraverso le rappresentanze nobiliari ed ecclesiastiche, nonché attraverso il "braccio demaniale" (cioè rappresentanze di città libere non facenti parte di feudi baronali o vescovili).
Una dinastia normanna che affondava le sue radici nella Francia settentrionale, era riuscita, in un tempo relativamente breve, a governare culture tra loro molto diverse; latini, greci, ebrei e saraceni condividevano, nel rispetto delle religioni e delle tradizioni, un suolo comune secondo l'amministrazione normanna. Rendendosi conto della forza delle tradizioni, Ruggero le seppe sfruttare con abilità, ottenendo un successo comune a pochi sovrani, risparmiando alla Sicilia e a tutto il Regno lotte civili e religiose che altrove insanguinavano l'Europa
E' pur vero che al tempo della conquista normanna la Sicilia era già un paese debellato e i vincitori furono facilitati anche dal fatto che non dovevano riconoscere diritti e doveri ai vinti.
Di conseguenza alla floridezza economica e alla tranquillità politica fecero riscontro ottime condizioni di vita artistica ed intellettuale.
Lingua ufficiale del regno fu il francese (la lingua dei Normanni), ma il latino,l'arabo, il greco el?ebraico vi furono ugualmente riconosciuti e ammessi.
La corte di Palermo divenne un importante centro di studi, a cui partecipavano artisti e dotti di ogni nazionalità: cattolici, greci e musulmani, a cui lo stesso Sovrano si appassionava.
L'arte e l'architettura arabo-normanna furono, per tutto il 1100, un vivace fenomeno culturale. "Lavori in legno e mosaici, monete e abiti, scultura e letteratura mostrano come un'eterogeneità e una mescolanza di stili possono in effetti diventare uno stile autonomo."
Lo stesso avvenne con l'architettura. Con le sue cinque cupole rosse, San Giovanni degli Eremiti sembra tanto una moschea quanto una chiesa cristiana.
La chiesa nota come la Martorana (S. Maria dell'Ammiraglio) aveva intorno alla base della cupola un'iscrizione araba di un inno greco.
La Cappella Palatina di Ruggero a Palermo...con uno stupendo soffitto arabo dipinto, la cupola bizantina... i mosaici greci..." Ruggero intervenne anche in campo religioso modificando la liturgia: introdusse la liturgia gallicana e nominò a Palermo un arcivescovo latino, decise inoltre il numero delle diocesi ed anche la scelta dei vescovi.