Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
La predica ai pesci
Architettonicamente anche questa cappella, così come l'arco di S. Francesco, è caralterizzata da due colonne con capitello corinzio all’interno dell'arco e due colonne tortili all’esterno, con l' incavo rabescato di fiori e foglie che si attorcigliano. Le quattro colonne sostengorio un doppio timpano spezzato, su cui stanno due putti. Anche questa è un' opera realizzata dallo stuccatore Giuseppe Gianforma, contemporaneo del Serpotta, su disegno dell'architetto Vincenzo Sinatra. Tra i monconi del timpano spezzato troviamo raffigurato in uno stemma, uno dei miracoli del Santo: la mula che si inginocchia e adora il SS. Sacramento. Nell' aItare un putto sostiene un giglio e un altro un libro. La tela rappresenta Sant'Antonio che predica ai pesci in atteggiamento oratorio.
Dalle forme apollinee, con gli occhi intenti al miracolo e con Ia sinistra Ievata nel gesto oratorio, mentre con Ia destra si tira Ia tonaca por non bagnarsl, é di una resa formale correttissima, anche se tiri po’ accademica. Davantl a lui, emergonti dalle acque, i pesciolini ascoltano intenti. In secondo piano uomini e donne che commentano variamente l’accaduto.
La resa formale e coloristica delle due tele, l’aIta qualltà e correttezza disegnativa, gli agganci facilmente riscontrabili con Ia pittura di Sebastiano Conca, postulano una mano di esperto artista, formato alla scuola del migliore settecento sicilianoche prelude di poco al neoclassicismo.
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