Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Don Diego Nuccio così espone i fatti successi in Baucina il giorno 13 luglio del 1820. “ Appena furono palesi i disordini occasionati nella città di Palermo, Giuseppe La Barbera fu Giuseppe ed altri rivelarono le loro intenzioni fino al fomento di una vera insurrezione che ebbe mascherato lo scopo di buon ordine e tranquillità ottenendo l’appoggio di persone di pubblica autorità. I rivoltosi, guidati da la Barbera, armati di fucile si condussero ad assalire la casa del supplicante Pietro Nuccio, obbligandolo con minacce non solo alla consegna di tutto il denaro in suo possesso ma anche alla consegna di tutti i mandati di spedizione che lo stesso teneva. Da lì i rivoltosi si avviarono verso la casa del cancelliere comunale in cui penetrarono con la forza trafugando le carte che lì erano custodite che furono date alle fiamme nella pubblica piazza.” Due anni più tardi, nel 1822, il sindaco di Baucina certificava che l’intero archivio comunale era stato distrutto, compresi i libri di contabilità.
Il Notaro Giuseppe Antonio Pittalà così commentava in un pubblico atto quei fatti accaduti: “...tutto questo perché i baucinesi non volevano pagare le tasse e pensavano che bruciando le carte comunali tutto era risolto.
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