Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
L'estasi di S.Francesco
Dopo la porta laterale, a sinistra e a destra della chiesa si trovano le due artistiche cappelle dedicate rispettivamente a San Francesco d'Assisi e a Sant'Antonio di Padova. Ci si accorge subito che questi due archi-cappelle sono stati eseguiti contemporaneamente dalle stesse mani. L'opera è stata infatti realizzata dallo stuccatore Giuseppe Gianforma, contemporaneo del Serpotta, su disegno dell'architetto Vincenzo Sinatra, ed in modo che non disturbassero l'armonia dell'edificio.
Architettonicamente la cappella è caralterizzata da due colonne con capitello corinzio all’interno dell’arco e due colonne tortili all’esterno, con l' incavo rabescato di fiori e foglie che si attorcigliano. Le quattro colonne sostengorio un doppio timpano spezzato, su cui stanno due putti. Nell' altare di S. Francesco un putto sorregge la croce e l’altro la Regola;
Tra i monconi del timpano spezzato, per entrambe le cappelle troviamo una targa: in quella di San Francesco lo stemma francescano.
Le tele sono da considerarsi come i migliori capolavori di arte sacra custoditi in questa chiesa, alta espressione del settecento siciliano. Probabilmente sono opera di Olivio Sozzi e comunque realizzate prima del 1750. La tela di San Francesco rappresenta il poverello di Assisi in estasi (che di solito vorrebbe ricordare anche l'impressione delle stimmate), abbandonato sul corpo, con gli occhi socchiusi e la testa Iievemente inclinata a destra, poggiata sulle gambe dell’Angelo che suona e tiene con la destra un libro aperto. In alto un Angelo con le ali a volospiegato tocca delicatamente il violino.I due angoli sono riempiti in alto da due Angeli che guardano attenti e ingenuie in basso a sinistra da un Angelo carnoso, che sostiene con le manl il libro che ha S. Francesco. Egli ha il volto serio mentre guarda lo spettatore, con il quale stabilisce un dialogo e per tal motivo esplica la funzione di elemento unificante tra Ia visione celeste e la realtà umana.
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