Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Noto antica
Monte Alveria
Posto molto suggestivo per chi ama avventurarsi a contato con la natura nell'esplorazione di questa piccola Pompei Medievale. Testi antichi la ricordano come Netum o Neetum, ovvero come Noto antica, ben distinta dalla Noto attuale ricostruita ex novo a circa 15 Km di distanza, sul declivio del Colle Meti, dopo il violento terremoto del 1693, che la rase al suolo. L'intera zona è diventata area archeologica di notevole interesse storico, poiché la sua fondazione si fa risalire presumibilmente intorno al 448 a.C. da parte di Ducezio, re dei Siculi. Narra infatti la storia, che si confonde con la leggenda, che ducezio, per premunire la sua città natale contro le incursioni dei Greci, la trasferì dalle colline della Mendola al monte Alveria, più difendibile sia perché circondato da profondi balzi, sia perché pensò di munirla di una cinta muraria. Se non si facesse riferimento ai reperti archeologici risalenti al IX e VIII secolo a.C., oltre a quella di Diodoro, non esiste, nelle antiche descrizioni di città, altra menzione diretta della nascita della Noto originaria e del popolamento del suo territorio. L'antica città sorse, dunque , lungo il crinale dell'Alveria, un'altura pianeggiante abitata fin dalla preistoria, chiusa tra due profonde gole che rendevano il sito facilmente difendibile, bagnata dai fiumi Asinaro e Salitello. In seguito fu soggetta alla potente Siracusa. Infatti, nel trattato concluso nel 263 a. C. fra i Romani e Gerone, re di Siracusa, Neetum era fra le città lasciate sotto la signoria di quel monarca . Le sue contrade si estendevano da monte fino al mare. Ai tempi di Cicerone, Netum godeva dei diritti di una città federata romana, foederata civitas, alla pari di Messana e Tauromenium (oggi Messina e Taormina); mentre ai tempi di Plinio, conservava sempre il grado di città latina (civitas latinae conditionis), favore di cui non fruivano allora che tre città della Sicilia. Tolomeo è l'ultimo scrittore antico che faccia menzione di Netum, la quale fu la sola città che seppe opporre resistenza alle vessazioni e depredazioni di Verre. Occupata dai Saraceni, diede il nome ad una delle tre grandi divisioni amministrative in cui ripartirono la Sicilia, la famosa Val di Noto. Fu città ben munita, sotto il profilo difensivo, tanto che Ruggero il Normanno, dopo avere sottomesso gran parte dell'isola, la occupò per spontanea dedizione, e non per espugnazione. Dopo Ruggero fu signore di Noto suo figlio Giordano. Nei primi anni del secolo XIV, a causa di un tradimento venne in mano a Carlo d'Angiò. Sotto re Alfonso fu proprietà del fratello Pietro, il quale costruì la torre maggiore detta volgarmente maestra. Questa torre, distrutta nel 1693 dal terribile terremoto, fu riedificata nel 1703 in un luogo più prossimo al mare e distante circa 8 chilometri da Noto antica. Attraverso la Porta Aurea ci si addentra fra le strade, un tempo gremite di gente ed ora immerse nella vegetazione, in un suggestivo percorso segnato da pochi ruderi che sbucano tra gli arbusti. Le sue contrade si estendevano sino al mare. Della città antica rimangono soltanto un tratto delle mura orientali in pietre riquadrate, in gran parte ancora esistenti, i resti dell'antica Porta di terra, un'iscrizione greca del ginnasio dei tempi di Gerone, i ruderi del castello e Tutto ciò attesta ancora oggi la vetustà di Noto Vetere, la Neeturn degli storici classici e degli archeologi. Di noto Antica si possano ancora oggi ammirare le necropoli sicule del IX VIII sec a.C. la Grotta del Carciofo (catacomba ebraica), la Grotta delle Cento Bocche, i resti dell'imponente cinta muraria della città e del Castello Reale, la Porta della Montagna, i resti del Ginnasio Greco, testimonianze di chiese medioevali , rinascimentali e barocche e alcuni frammenti architettonici conservati nell'Eremo Di Santa Maria della Provvidenza, ricostruito dopo il terremoto del 1693.
Purtroppo non esistono mezzi pubblici per raggiungere Noto Antica. Bisogna pertanto necessariamente dotarsi di un automezzo proprio