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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Ricostruzione Via Greco Romana



L'impianto originario sembrerebbe risalire al IV o al III sec. a.C., ma è probabile che la sua definizione urbanistica vada attribuita alla fine del I sec. a.C. e che il quartiere sia rimasto vitale fino alla tarda età imperiale, per poi essere abbandonato e in parte occupato da un sepolcreto.
Le tipologie abitative sono varie: case ellenistiche con ampio cortile a peristilio si alternano a quelle di tipo pompeiano con atrio compluviato di tipo italico, case ad atrio semplice, tipologie ibride fra casa urbana e abitazione rustica. Il materiale da costruzione è la pietra arenaria locale e la decorazione interna è spesso di alto livello: intonaci dipinti si accompagnano a un ricco campionario di pavimentazioni musive, da quelle più semplici di età repubblicana alle più elaborate di epoca imperiale (fino al III secolo d.C.).
Il quartiere ellenistico-romano con i ruderi delle sontuose abitazioni, si trova a non molta distanza dal Museo Archeologico, e documenta parte del tessuto urbano e viario in questo settore della città.
Sovrapposto al precedente impianto della seconda metà del VI sec. a.C., il quartiere riflette, infatti, il rigoroso schema ippodameo in cui vie principali e secondarie si incrociano ortogonalmente fino a costituire una fitta trama di isolati regolari, a loro volta bipartiti mediante stretti intercapedini divisorie tra gli edifici).
Dalla fine del IV sec. a.C. alla tarda età romana, le ricche domus urbane, subirono continue trasformazioni, mantenendo sia la pianta di tipo ellenistico con ampio peristilio e ambienti adiacenti oppure modificandola nel tipo italico con atrio a colonne, o nel tipo misto con atrio, tablinum, alae, peristilio.
Probabilmente dotate di un secondo piano, le abitazioni erano, inoltre, servite da un complesso sistema di cisterne e pozzi, che ne assicuravano l'approvvigionamento idrico, nonché da una adeguata rete fognaria.

Le delicate pareti affrescate (I-II stile) e le ricche pavimentazioni musive che alcuni ambienti di questo quartiere ci hanno restituite, testimoniano la prosperità, di cui Agrigento dovette godere in questo particolare periodo
Gli eleganti mosaici, da cui alcune case prendono il nome, sono diversi sia per tecnica che per stile: si va dai tipi più semplici in opus signinum o tessellatum ("in cocciopesto con inserzione di tessere in marmo", come l'emblema proveniente dalla Casa della Gazzella) d'epoca ellenistica, sino ai complessi geometrici ed alle rappresentazioni fitomorfe e zoomorfe (case "del Mosaico a rombi", "delle Afroditi", "delle svastiche", "del Maestro astrattista") dei primi secoli dell'Impero.





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