Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Calatasudemi
La Pietra di Calatasudemi rappresenta un bell'esempio di insediamento rupestre fortificato alla stessa maniera del più celebre 'Castello' di Cava d'Ispica. Mancano resti murari fuori terra. Alcuni tagli artificiali sono dovuti ad una utilizzazione come cava di pietrame. E' ubicato in contrada della Pietra, al centro di un vasto territorio agricolo formato da colline di modestissima elevazione.
E', in pratica,una rupe calcarenitica (lunghezza m 70 x larghezza massima 40 x altezza 30), orientata nord-ovest/sud-est, rappresentante un grande affioramento roccioso di colore grigiastro che emerge dallo sfondo dei campi, imponendosi come unico punto forte del paesaggio circostante.
Intorno alla rupe si raccolgono frammenti di ceramica databili dall'età del bronzo fino al basso medioevo che fanno propendere per l'ipotesi di una lunga occupazione del sito.
Un lungo corridoio (ca. 30 m) attraversa tutta la rupe in senso nord-sud, aprendosi verso l'esterno tramite aperture la cui funzione difensiva non è da escludere.Questo acrocoro calcareo è scavato internamente su quattro livelli sotterranei comunicanti tra loro attraverso scale e corridoi che davano nei diversi ambienti
con funzioni di stanze, abitazioni,magazzini, silos, cisterne e stalle.
La Pietra, utilizzata praticamente fino ad oggi, si trova in un discreto stato di conservazione; ma la mancanza di deposito negli ambienti dei vari livelli non consente alla ricerca archeologica di intervenire all'interno del monumento.
Rimane comunque la possibilità di verificare, in profondità, l'articolazione cronologica dell'area abitata immediatamente circostante la rupe.
Pare che Cummatino risalga all'epoca romana quando in queste colline doveva esserci, con buona probabilità, uno statio lungo l'itinerario che portava ad Agrigentum, usato da viandanti e truppe militari per il cambio dei cavalli e per rifocillarsi. Non è precisata la data in cui La Pietra fu costruita, o meglio scavata e molto probabilmente si tratta di un'abitazione preistorica successivamente fortificata in epoca bizantina. Comitini fu un importante feudo agricolo dei Chiaromonte (1350), Moncada (1392), Alzinellis (1397) e de Aricio (1402). Nel 1627 il barone Gaspare Bellacera ottenne la licentia populandi da re Filippo V e il feudo Comitini diviene comune. Nel 1673 il paese appartenne al principe Michele Gravina e nel XIX secolo Comitini passò alla storia siciliana come uno dei tanti paesini dell'altipiano gessoso solfifero, in cui l'estrazione del prezioso minerale (lo zolfo) fece si che nei suoi pressi si aprissero diverse solfare.
La proprietà è pubblica.