Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa della Madonna Bambina
Si tratta della Chiesa della Madonna Bambina, detta anche "da Matri 'a luci" (cioè "Madonna della Luce"), che sorgeva nella via SS. Annunziata in posizione sopraelevata rispetto al corso principale, in zona ancora oggi detta "Avanzi 'a luci" proprio dal nome della chiesa.
Alla piccola chiesa, si accedeva dopo aver risalito una ripida scalinata, simile come forma a quella di accesso alla Chiesa della Triade, costituita da un primo tratto di gradini rettilinei e quindi, dopo una breve interruzione, da una seconda "rampa" con gradini curvilinei.
Il prospetto dell'edificio religioso era rivolto ad Est. L'interno doveva essere molto semplice, con un altare maggiore abbellito da un quadro della "Madonna Bambina", di dimensioni non rilevanti e del quale oggi non se ne sa più niente.
Si pensa che nella cripta sotterranea di questa chiesa venissero una volta sepolti i bambini defunti e qualcuno ricorda ancora come l'8 settembre si festeggiasse con messa solenne la natività di Maria Vergine e durante il periodo pasquale si facesse il Santo Sepolcro ai piedi dell'altare.
A memoria d'uomo, da subito dopo il 2° conflitto mondiale non si sono più officiati riti religiosi in questa chiesa, finchè l'edificio non è stato acquistato, dall'America ove era emigrato, dal sig. Giuseppe Mercurio che, dopo averlo fatto demolire, nel 1951 ne ha ricavato un garage tuttora esistente.
A parte la traccia del tetto abbattuto della chiesa, visibile sulle pareti laterali esterne delle case attigue sia dalla via SS. Annunziata che dalla sovrastante via Laino, proprio sulla strada principale rimane tuttora l'unico cimelio ricollegabile in un certo modo alla chiesa: una grossa colonna a sezione quadrata formata da blocchi di pietra arenaria, poggiata su base più larga all'inizio della gradinata e con l'estremità superiore a cuspide.
Gli unici documenti in cui è parzialmente visibile qualche traccia dell'esistenza di questa chiesetta sono:
- una riproduzione fotografica del panorama di Forza d'Agrò agli inizi del '900, riportata nel libro di Stefano Bottari in cui si scorge nella parte destra alla base della rocca su cui si erge il Castello, il prospetto completamente bianco e dalle linee superiori ondulate, di una chiesa.
- dallo stesso libro, una riproduzione fotografica della casa Miano con uno scorcio panoramico del corso principale nel quale, risulta visibile sullo sfondo una ripida scalinata.