Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello Ursino
Piazza Federico di Svevia
Nell'ambito della campagna di fortificazione condotta da Federico II di Svevia nella Sicilia orientale, il castello venne costruito dal "praepositus aedificiorum" Riccardo da Lentini, su ordine dello stesso imperatore, tra il 1239 e il 1250, come scrive l'Agnello nella sua opera "L'architettura sveva in Sicilia":
« nessuna delle costruzioni irnperiali ha avuto la fortuna di trovare, nell'evidenza delle date, una deterrninazione cronologica cosi specifica come quella relativa al nostro castello». Sappiamo che l'imperatore personalmente seguì la costruzione del castello con vero arnore, se pur da lontano, apportandovi il contributo del suo elevato senso artistico (come testimoniato da un lungo carteggio intercorso tra l' imperatore e l'architetto Riccardo) ma non sappiamo se potè ammirarne il compiuto splendore prima dell'improvvisa sua morte avvenuta nel 1250 in Puglia.
Esiste, infatti, una lettera scritta da Federico II e datata 17 novembre 1239 indirizzata al maestro Riccardo da Lentini nella quale l'imperatore elogia l'operato dell'architetto e gli ordina di preparare tutto il necessario per la costruzione del castello. Federico si esprime favorevolmente riguardo la scelta del sito: un promontorio sul mare perfettamente adeguato alla funzione di fortezza cui l'edificio era destinato. Nel marzo del 1240 Riccardo relaziona all'imperatore « de longitudine, latitudine, muri grossitie ac aliis omnibus » ricevendo l'ordine di recarsi presso di lui per esporre lo stato dei lavori. Esiste poi un' altra lettera con la quale l'imperatore sollecita i catanesi a versare una somma di 200 once in oro per la costruzione del castello.
Nelle intenzioni di Federico, il castello doveva unire alla funzione militare una valenza simbolica: rappresentare l'emblema del ridimensionamento del potere vescovile ad opera dell'autorità imperiale, un bilanciamento reso tangibile dalla contrapposizione fisica dell'austera mole del Castello Ursino alla Cattedrale, fino a quel momento l'edificio più imponente della città. Sulle origini del nome "Ursino" vi sono ipotesi molto contrastanti ma esso risale cornunque ad epoca molto remota poiche nel 1255 era già cosi chiamato dal vescovo catanese Ottone Capoccio.
Secondo alcuni studiosi il nome potrebbe derivare da "Castrum sinus", ossia "castello del golfo" poiché in origine era a picco sul mare anche se la colata di lava dell'eruzione dell'Etna del 1669 lo allontanò dalla costa di qualche centinaio di metri. Altri lo attribuiscono alla famiglia Orsini la quale sarebbe stata accolta nel castello quando venne espulsa da Roma per le sue idee ghibelline, mentre altri storici ( Casagrandi-Orsinie Agnello) lo fanno provenire dalla presunta esistenza di un precedente Castrum chiamato Arsinio da Flavius Arsinius console romano che governò la Sicilia prima del 359 d.C. La denominazione dell'area su cui poi sorse il castello si sarebbe conservata in ricordo del personaggio e poi tale nome sarebbe così passato al mastio fridericiano.
Il castello fu sede di molti re e parlamenti e alla fine del '200 divenne la dimora degli aragonesi: il primo a stabilirvi fu Roberto d'Aragona.
La sua lunga storia è ricca di memorabili episodi fin dalla rivoluzione dei Vespri, durante la quale vi si asserragliarono gli angioini di Catania assediati dal popolo. Lo stesso anno (1282), Pietro d'Aragona, seguito a re Roberto, convocò al castello i rappresentanti di tutte le città della Val di Noto incitandoli a resistere all'angioino e nel 1283, vi riunì il parlamento generale di Sicilia.
I reali aragonesi adibirono la semitorre meridionale a cappella, dedicandola a San Giorgio, dotandola di uno splendido portale gotico-catalano.
Federico III vi soggiornò a più riprese tra il 1296 e il 1336 e dopo la sua morte (1337) il castello continuò a ricoprire un ruolo di primaria importanza. Nel 1337 fu convocato il parlamento generale e nel 1347 vi si stipulò la pace con la regina Giovanna di Napoli. Ecco alcune date storiche da ricordare:
- 1348: Blasco Algona fa costruire nel cortile del castello una machina pro defensione civitatis;
- 1379: viene rapita la regina Maria, figlia di Federico IV e di Costanza d'Aragona, da Raimondo Moncada, conte di Augusta;
- 1392: Catania si ribella agli argonesi che furono costretti ad asseragliarsi nel castello sostenendo un durissimo assedio.
Nel 1398 il presidio militare era stabilmente composto da un castellano, un vicecastellano e 30 servientes, nel caso il castello ospitasse la regina e 15 qualoro vi risiedesse solo il re. Da un inventario del 1409 si conosce la tipologia degli armamenti e si contavano ben 14 bombarde, un mulino ed una forgia al suo interno.
Tra i secoli XV e XVI, il castello divenne residenza dei viceré spagnoli e visse un periodo di grandi trasformazioni strutturali, soprattutto per iniziative di Giovanni de Vega: grandi finestre in stile rinascimentale vennero aperte sulla facciata interna del lato sud e furono aggiunte nuove fortificazioni, le più importanti delle quali devono considerarsi i bastioni San Giorgio e Santa Croce.
Nel corso del XV secolo, il castello ospitò il luogotenente Giovanni di Peñafiel, Alfonso V, l' infante Pietro, fu sede di sessioni parlamentari (1470, 1478, 1494) e tra i viceré che ha ospitato citiamo Ximenes de Urrea, Ferdinando de Acuñae Ettore Pignatelli durante i tumulti seguiti alla morte di Ferdinando il Cattolico.
Dalla fine del '500 il castello entrò in una fase di declino, fu utilizzato come carcere, specie nei locali del piano terra. Alcuni grafiti lasciati dai prigionieri sono visibili sulle pareti della corte interna. Le catastrofi naturali del XVII secolo determinarono l'aspetto attuale del Castello Ursino: la colata lavica del 1669 coprì i bastioni e le basi a scarpa delle torri, ma soprattutto alterò la linea di costa con conseguente erdita della posizione strategica della fortezza. A soli ventiquattro anni dall'eruzione, il terremoto del 1693 danneggiò ulteriormente la struttura facendo crollare le semitorri ad est, a sud ed il torrione di sud est.
Nel corso del XVIII secolo, il Castello Ursino venne utilizzato come sede delle guarnigioni di Vittorio Amedeo di Savoia ed in età napoleonica riacquistò il ruolo di fortezza a difesa della città. A questo periodo risalgono le sopraelevazioni, che interessano tutti i lati della struttura, ad esclusione di quello settentrionale. Nel 1818 un sisma danneggiò ancora il castello. Nel 1837 Ferdinando II di Borbone vi stabilì le proprie truppe e ne cambiò il nome in "Forte Ferdinando". Il castello passò al Demaio Regio nel 1860 e fu utilizzato come caserma fino agli inizi del '900.
Nel 1932 ebbero inizio i lavori di restauro affidati a Guido Libertini, nel corso dei quali vengono eliminate le tramezzature dell'ala nord e riportate a vista le semicolonne addossate alle pareti e le volte a crociera, viene ripristinata la torre di sud-est e creata la scala in stile catalano nel cortile.
Dopo il restauro, ultimato nel 1934, il Castello Ursino fu aperto al pubblico come sede del Museo Civico di Catania. Dal 1988 sono in corso lavori di ripristino del monumento finalizzati al recupero ed al restauro filologico della costruzione.