»... ci stanno ordinariamente tutto l'anno tre soldati et un vice castellano mandati dal barone di Furnari ...«
Camillo Camilliani (architetto 1583-84)
Castello di Sant Alessio Siculo
SS114
Il castello di Sant'Alessio Siculo è ubicato lungo la vecchia strada che da Taormina conduce a Messina sul promontorio roccioso noto come "capo Sant'Alessio", rivestendo nei secoli un ruolo di non secondaria importanza dal punto di vista strategico come vedetta contro i nemici via mare .
Il promontorio, già noto in epoca greca come Arghennon Akron (Argenteo Capo), veniva chiamato Promontorium dai romani, che vi edificarono per primi una fortificazione. Si narra che durante la battaglia tra Ottaviano e Pompeo (36 a.C.), lo stesso forte avrebbe ospitato Pompeo.
La tradizione,però, vuole che la costruzione vera e propria del castello di Capo S. Alessio sia avvenuta per iniziativa dell'imperatore bizantino Alessio I Commeno (1048-1118), che lottò contro i Normanni e Turchi. Sicuramente gli Arabi vi costruirono almeno una torre d'avvistamento che poi fù trasformata dai Normanni e poi anche dagli Svevi i quali introdussero cambiamenti sostanziali alla struttura del maniero.
E' probabile, dunque, che il castello sia stato costituito tra il XII e la fine del XIV secolo.
Un diploma di re Ruggero II (1117 d.C.) racconta della concessione di un vasto feudo al monastero basiliano dei SS. Pietro e Paolo d'Agrò. La donazione comprendeva l'attuale territorio di Forza d'Agrò e il luogo ricordato con il nome di "Scala Sancti Alexi", corrispondente all'attuale Capo Sant'Alessio. Edrisi (1150 d.C.) ricorda il luogo con il nome arabo di "ad-dargah", la scala.
"Scala" in siciliano antico indica proprio una strada o un sentiero in forte salita.
Non è improbabile, dunque, l'esistenza, nel XII secolo, di un fortilizio a salvaguardia di un capo tanto importante. In epoca normanna furono realizzate significative modifiche strutturali che portarono la fortificazione ad assumere la forma odierna.
Risalente al 1356 un documento di Federico IV ricorda Sant'Alessio in qualità di »fortilicium superius Sancti Alessi«.
Agli inizi del XV secolo Artale Angelica fu investito del titolo di barone e castellano di S. Alessio da re Martino e nel 1453 il castello venne assegnato da re Alfonso V a Tommaso Romano. Rimase ai Romano sino a metà del XVI sec, quando Antonina Romano lo portò in dote al marito Antonello Furnari, barone di Furnari.
La fortezza ospitò Carlo V (1500-1558) reduce dalla presa di Tunisi del 1535. Tommaso Fazello, nel 1558, scrive dell'esistenza della torre da guardia e del castello, esistenti sulla sommità del promontorio "d'argento", sulla base dell'antica denominazione di Capo Sant'Alessio presso gli scritti di Tolomeo.
Camillo Camilliani, architetto investito alla fine del XVI secolo dell'incarico di riqualificare le fortificazioni costiere dell'isola, nel 1583-84 scrive del castello in questione, come composto da due parti di cui una parte nuova »...a fronte al passo...molto comoda e forte«, e da una porzione più antica »nello sporgimento et superficie del promontorio&lquo;, formata da »un antico castello, rovinato e disfatto dal tempo dove si è destinata una torre per la guardia,perchè di quivi si scuopre per infinitissimo spatio, sì in mare, come dell'una et l'altra parte del lito. « Inoltre , nel castello »... ci stanno ordinariamente tutto l'anno tre soldati et un vice castellano mandati dal barone di Furnari ...« &
Nel 1608 il castello venne acquistato, con la relativa baronia, da don Francesco Romeo da Randazzo.
Il castello tra il 1639 e il 1640 viene descritto dall'ingegnere Carlo Maria Ventimiglia e Francesco Negro, durante un censimento delle difese costiere del Regno di Sicilia, voluto da re Filippo IV. Gli studiosi producono un rilievo geometrico, che trascura il castello antico, perchè in stato di rudere, e riporta la pianta del ridotto fortificato più interno.
Quest'ultima struttura, alla metà del XVII secolo, ospita un castellano con tre soldati, equipaggiati con due pezzi di artiglieria. Durante la seconda metà del XVIII secolo è la descrizione dell'abate Vito Amico ad esaltare la fortificazione di Capo Sant'Alessio: »...ben munita rocca...«, posta sulla sommità del promontorio. L'autore segnala anche la presenza, più a sud-est, di una probabile torre di guardia.
Nel corso della guerra di Messina, nel 1674 il castello viene occupato dagli spagnoli che vietano il passaggio dei rifornimenti destinati alla città di Messina. Divenne così deposito di viveri della città di Messina
Agli inizi del XVIII secolo si realizza il bastione triangolare, che a occidente protegge il castello più interno e alcune opere di fortificazione.
Nel 1700 Ruggero Romeo Gioeni acquista all'asta il castello che nel 1703 passa ad Anna Maria Paternò Castello, alla quale succedette nel 1717, il figlio Diego Paternò Castello per poi passare, nel 1900, a Giovanni Impellizzeri, loro discendente.
Nel 1714 il castello è munito di tre cannoni di ferro e custodito da 15 soldati piemontesi et un castellano rappresentando uno dei più importanti baluardi militari difensivi del territorio di Messina tanto da suscitare particolare interesse del marchese di Lede, comandante delle truppe spagnole in Sicilia.
Alla metà del settecento l'abate Vito Amico parla di una "ben munita rocca" sul promontorio di Sant' Alessio e dei ruderi di una probabile torre di guardia più a sud-est.
Ancora, agli inizi del XIX secolo gli inglesi, per difendere la costa dagli attacchi dei Francesi, provenienti dalla Calabria, ristrutturano completamente il complesso fortificato costruendo la cinta muraria esterna..Dopo l'unità d'Italia il castello viene venduto al marchese Pietro Mauro. Infine nel 1906 si erige l'edificio residenziale, posto sul promontorio interno del capo, inglobando così alcuni resti murari preesistenti. Le strutture fortificate attualmente esistenti presso Capo Sant'Alessio sono, dunque, il risultato di una stratificazione edilizia plurisecolare.
Dall'area antistante il castello si dipartono due gallerie sotterranee che scorrono sotto di esso e terminano in due aperture sulle pareti rocciosa, una lato Messina, una lato Taormina. Qui, nel corso della seconda guerra mondiale, le truppe di occupazione tedesche posizionarono due batterie di artiglieria.
Durante la seconda guerra mondiale, nel 1943 , i tedeschi lo occuparono posizionandovi due batterie di artiglieria costruendovi nelle gallerie sotterranee che scorrono sotto di esso e terminano in due aperture sulle pareti rocciosa, una lato Messina, una lato Taormina e a proposito di gallerie, una leggenda narra dell'esistenza di una galleria segreta che portava dal castello di Capo Sant'Alessio al castello di Forza d'Agrò che, insieme a quello di Fiumedinisi, dominavano la Valle d'Agrò.