Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Per più di quindici volte, dal 252 al 1886, Catania è stata salvata dalla distruzione della lava. Altre catastrofi naturali, terremoti, eruzioni dell'Etna e pestilenze, avvennero negli anni 1231, 1357, 1444, 1575, 1669, 1693, e 1886. La risoluzione di ognuna di esse si attribuisce all'intercessione della santa e al suo velo portato in processione.
Nel 1169 Catania fu scossa da un disastroso terremoto nel giorno 4 febbraio alle ore 21 quando molti cittadini catanesi erano radunati nella cattedrale per pregare in onore della santa. Nel crollo della cattedrale morirono il vescovo Aiello e 44 monaci oltre ad un numero imprecisato di fedeli. Nei giorni seguenti altre scosse di terremoto e maremoto fecero da preludio a una tremenda eruzione. Un fiume di lava, scorrendo per i pendii dell'Etna e allargandosi per le campagne, distruggeva ogni cosa al suo passale e avanzava inarrestabile verso la città. Ma, come era avvenuto un anno dopo la morte di sant'Agata, una processione col sacro velo bloccò il fiume di lava. Miracoli simili i catanesi li ottennero anche nel 1239, nel 1381, nel 1408, nel 1444, nel 1536, nel 1567 e nel 1635
Ma l'eruzione più disastrosa avvenne nel 1669: una serie di bocche si aprirono lungo i fianchi del vulcano, che eruttò lava e lapilli per sessantotto giorni. La lava distrusse molti centri abitati e giunse fino in città, circondando il fossato del Castello Ursino. Nella sacrestia della cattedrale un affresco, realizzato dieci anni dopo l'eruzione da chi aveva vissuto in prima persona quei tragici momenti, descrive le scene quasi apocalittiche di quella eruzione.Quando il magma era giunto a una distanza di trecento metri dal duomo, miracolosamente scansò i luoghi in cui sant'Agata era stata imprigionata, aveva subito il martirio e dove poi era stata sepolta, per andare a scaricarsi in mare e proseguire per più di tre chilometri. Sembrò chiara la volontà della santa catanese di salvare i luoghi che appartenevano alla sua storia e al suo culto. A quella terribile eruzione è legato anche un altro evento prodigioso: un affresco, che raffigurava sant'Agata in carcere, e che si trovava in un'edicola sulle mura della città, fu trasportato intatto dal fiume di lava per centinaia di metri. Ora quel dipinto si trova sull'altare maggiore della chiesa di Sant'Agata alle Sciare, a Catania. Dono di ringraziamento per aver salvato la città dalla distruzione totale è la grande lampada votiva d'argento che si trova al centro della cappella di sant'Agata nella cattedrale e che Carlo Il di Spagna volle offrire alla patrona della città.
Nel 1693 un violento terremoto fece tremare Catania. Ci furono diciottomila morti. Nessuno dei novemila superstiti dopo la catastrofe voleva più ritornare in città. Catania sarebbe diventata una città fantasma se un delegato del vescovo, in processione con le reliquie di sant'Agata, non avesse supplicato il popolo a rimanere e a ricostruire la città.
Nel 1886 una bocca eruttiva si era aperta a Nicolosi, un centro abitato alle pendici dell'Etna. Il beato cardinale Dusmet, il 24 maggio, portò in processione il velo di sant'Agata e, benchè la processione si fosse fermata in un tratto in discesa, il magma lavico si arrestò immediatamente. In memoria dello straordinario miracolo, in quel punto sorge ora un piccolo altare.
In più occasioni sant'Agata pose benigna la sua mano sulla città anche a protezione dalle epidemie. Nel 1576, quando la peste cominciò a diffondersi poco lontano da Catania, il senato pensò di ricorrere all'intercessione della patrona. Lo stesso avvenne nel 1743 .
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