"Chi si collochi nel punto più alto dello splendido teatro greco di Taormina non può fare a meno di confessare che forse mai il pubblico di un teatro ha avuto innanzi a sé uno spettacolo simile..."
Johann Wolfgang Goethe (1787)
Teatro Greco-Romano
Il Teatro antico è una delle principali attrazioni di Taormina. Perfettamente funzionante ed agibile, dopo aver ospitato per anni il premio David di Donatello, la manifestazione cinematografica più importante d'Italia, è sede oggi di Taormina Arte, festival internazionale che dura tutto il periodo estivo con la rassegna del cinema, del teatro, del balletto e della musica sinfonica. Situato in una collina, offre la possibilità di ammirare un bel panorama che spazia dalla baia di Naxos, alle coste calabre, all'Etna, a Castelmola. L'attuale struttura dell'impianto è sotto l'influenza romana ed è una seconda edizione dell'edificio. E' probabile che sia stato costruito in epoca greca e ristrutturato ed ampliato in epoca romana. Una prova che il teatro sia di origine greca è data dalla presenza, sotto la scena, di blocchi di pietra di Taormina (simili al marmo), che costituiscono il classico esempio del modo di costruire dei greci. Si pensa che i Romani per ricostruirlo abbiano impiegato decine d'anni. Per dimensione è il secondo della Sicilia, dopo quello di Siracusa. Si divide in tre parti: la scena, l'orchestra e una discreta cavea con nove settori a scalini. La parte più importante è la scena, che parzialmente conserva la forma originale. La cavea è incavata nella roccia ed è costituita dalla gradinata, che, partendo dal basso, sale fino alla sommità. I primi posti della cavea erano riservati alle autorità, mentre la parte alta era riservata alle donne. La plebe sostava sulle terrazze, che non avevano comunicazione con l'interno del teatro. Oltre alla cavea il teatro comprende: un doppio portico coperto sulle gradinate, un portico interno con otto entrate corrispondenti alle otto originarie scale che dividevano le gradinate, un portico comprendente varie nicchie di modeste dimensioni e delle colonne, segno evidente dello stile architettonico imperiale, una scala che originariamente comprendeva due ordini di colonne di cui oggi rimane, purtroppo, solo la parte più bassa di tutta la struttura. L' ampio velario riparava gli spettatori dal sole e dalla pioggia. La cavea, infatti, era divisa in cinque corridoi anulari e verticalmente da otto scalette, formate da trenta gradini ciascuna. Le scalette partivano dalla cavea e arrivavano in alto al muro terminale, dove, in corrispondenza, si aprivano le otto porticine, attraverso le quali si accedeva al corridoio coperto. Nel muro terminale le nicchie, ancora ben visibili, contenevano statue in esposizione. L'orchestra, posta al centro, divide la scena dalla cavea. Per il rifacimento ed ampliamento del Teatro i Romani usarono mattoni d'argilla e calce e lo decorarono con colonne di marmo bianco e granito grigio ormai quasi tutte andate perdute.