Visitare le catacombe è un'esperienza prima di tutto religiosa, che apre una via privilegiata alla comprensione dell'arte, della cultura, della spiritualità, della percezione della vita e della morte in una fase cruciale della storia occidentale.
Le catacombe
Il termine catacomba (composto dal greco katà « giù » e dal latino classico cumba « cavità » ), deriva dal cimitero romano di San Sebastiano, sulla via Appia, detto ad catacumbas per una sorta di avvallamento del terreno. Siracusa fu il centro di vita cristiana tra i più antichi a sorgere nel territorio dell'impero, con tutta probabilità ad opera della predicazione dello stesso San Paolo, che la tradizione vuole che soggiornasse a Siracusa per tre giorni nel corso del suo viaggio in direzione di Roma. Ciò fa pensare all'esistenza già da allora di una piccola comunità. Le catacombe siracusane testimoniano, appunto, la vivacità e la notevole consistenza della comunità cristiana, che venne a formarsi in quelli che sono i primi ed i più difficili momenti della nuova religione. Il primo documento sicuro è però costituito da una lettera di S. Cipriano (30, 5) a proposito dei lapsi (cioè di coloro che abbandonavano la chiesa al momento delle persecuzioni), datata al 250-1. L'importanza della diocesi siracusana è dimostrata dal fatto che al concilio di Arles del 314 fu invitato, tra i vescovi siciliani, solo quello di Siracusa. Innanzitutto è da notare la ricchezza e la vastità dei complessi catacombali che, tra maggiori e minori, raggiungono un'estensione ed un'importanza seconda solo a quelle di Roma. Tra questi particolarmente importante il, gruppo delle catacombe, che si dispongono secondo un arco interno a quello formato dalle Latomie, da nord - ovest a sud-est. La localizzazione di queste aree cimiteriali è particolarmente interessante per quanto riguarda la storia urbanistica della città nel periodo tardoimperiale: esse, infatti, si inseriscono all'interno della Neapolis, lungo i margini di Acradina. Si tratta di un chiaro indizio del restringimento dell'area abitata, che si può far risalire ai secoli precedenti: le catacombe infatti, la cui utilizzazione ha inizio già nel corso del III sec. d.C., furono precedute da necropoli risalenti alla prima e alla media età imperiale. Ciò conferma con grande evidenza la notizia di Strabone (VI 2, 4), secondo cui la città, semidistrutta e quasi abbandonata nel corso della guerra tra Ottaviano e Sesto Pompeo, fu in gran parte ricostruita al momento della deduzione della colonia augustea, ma limitatamente alla sola Acradina. Del resto, probabile che le catacombe, specialmente le più antiche, non appartenessero solo alle comunità cristiane ma costituissero i cimiteri destinati a gran parte della popolazione povera. Il patrimonio catacombale, comprende le Catacombe di San Giovanni (fruibile anche da parte di diversamente abili), di Vigna Cassia e di Santa Lucia (ipogei ancora in gran parte interrati). Le catacombe siracusane sono sottoposte alla giurisdizione della Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, organo del Vaticano preposto alla tutela e alla valorizzazione delle catacombe. Dopo il restauro di alcune pitture nelle catacombe di Vigna Cassia e S. Giovanni, il programma di interventi per la catacomba di S. Giovanni prevede inoltre l'apertura di un piccolo museo.