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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



La torre della tonnara

La torre della tonnara

Largo Tonnara



Giunti nella rigogliosa pianura di Bonagia si raggiunge il piccolo centro abitato dove meritano una visita "la Tonnara e la Torre".
La Tonnara di Bonagia si affaccia su di un minuscolo porticciolo che anticamente aveva la funzione di riparo per le barche da pesca e oggi comincia ad avere anche un'utilizzazione turistica.
Nota sin dal 1266, la Tonnara di Bonagia ha probabilmente origini normanne, dato che i re normanni si interessarono a tale risorsa acquisendola fra i beni della corona, concedendo ai privati la possibilità di esercitarvi la pesca del tonno dietro investitura regia.
Dal XVII secolo (1624) era una sorta di baglio, che inglobava una torre di avvistamento cinquecentesca. Vi era una grande corte centrale. All'interno si trovavano varie costruzioni, come i sopraelevati appartamenti del rais, e a sinistra dell'ingresso gli alloggi della ciurma e quelli dei contadini.
Nel 1638 la tonnara venne posta in vendita dalla regia corte e la prima proprietaria fu una trapanese, donna Caterina Stella dei duchi di Casteldimirto che la detennero fino al XIX secolo. Donna Caterina era un'abile e dinamica mercante appartenente ad una dinastia di rais. Fu il figlio Antonino il primo barone di Bonagia (titolo di cui la famiglia si fregiava ancora alla fine dell'800) e i suoi discendenti trasferitisi a Palermo, legati alle loro origini trapanesi, fecero costruire una magnifica residenza in via Alloro 50, dandovi il nome di palazzo Bonagia. Si tratta di un edificio, in stile rococò, a più piani che presenta un ampio scenografico scalone di marmo rosso di Castellammare incastonato in una miriade di colonne, archi e stucchi e sovrastato da una spettacolare balaustra. E' attualmente meta di tanti turisti. In quel periodo proprietaria della tonnara era un'altra donna: la baronessa Angela La Grua in Fardella (dal 1621 al 1627) che era la nipote di donna Laura Lanza meglio nota come la baronessa di Carini.
La tonnara appartenne tra le altre, alle famiglie Naso, Monroy, Platamone, Statella e Fardella di Mokarta.
Verso il 1840, con l'estinzione del ramo ducale interessato, la tonnara passò per lascito testamentario alle suore di S. Chiara di Palermo.
Con l'abolizione delle corporazioni religiose voluta dal Regno d'Italia, in seguito alla legge Siccardi (1866), la tonnara tornò al demanio e, tuttavia, il passaggio innescò un contenzioso con le religiose proprietarie che durò a lungo.
Dopo un periodo di abbandono, nel 1876 l'assunsero in esercizio Pace, Cernigliaro e Fardella, che ancora la gestivano alla fine del 1893.
Passata poi sotto la gestione Fontana, nel 1923 viene venduta alla Fenicia S.p. a. di pesce con sede a Trapani. Tra gli ospiti illustri che hanno visitato la tonnara di Bonagia va sicuramente segnalata la presenza, se pur fugace e inaspettata, di Sua Maestà Vittorio Emanuele III Re d'Italia nel Giugno del 1922.
La pesca del tonno si svolgeva da Aprile a Giugno ed era consuetudine, da parte del nuovo proprietario, quando entrava in possesso della tonnara, eseguire un rito particolare: praticamente entrava all'interno dell'edificio aprendo e chiudendo le porte e le finestre, salendo e scendendo le scale ed in questa maniera sanciva il reale possesso della tonnara; a volte il rito si svolgeva all'aperto, sulla riva del mare, ed in questo caso il nuovo proprietario toccava l'acqua, serrava i pugni come per afferrarla, lasciava le impronte dei piedi sul lido e prendeva nelle mani sassi e sabbia.
Nel 1973 i diritti di pesca e i natanti furono acquistati dall'imprenditore Nino Castiglione che continuò a svolgere annualmente la mattanza fino al 1979 quando, consorziata con la Tonnara San Cusumano e San Giuliano Palazzo l'impianto di pesca venne spostato sulla zona di mare antistante San Giuliano. Infine, intorno agli anni 80, la tonnara viene venduta ad una società che, con modifiche interne ed esterne apportate alla costruzione originaria, la trasforma in albergo e residence. Con la chiusura della tonnara e la riduzione ad un gruppo sempre più piccolo di pescatori, l'economia marinara di Bonagia si può considerare ormai trascurabile nel nuovo contesto sociale del paese. L'ultima mattanza si è svolta nel 2003.
La tonnara, nonostante le consistenti trasformazioni subite, è riuscita tuttavia a mantenere, sia pure in ridotta misura, la sua fisionomia originaria di baglio con grande corte centrale, all'interno del quale si trovavano varie costruzioni come la chiesetta del SS. Crocifisso(in fondo alla corte) dove il rais con i pescatori prima di affrontare le fatiche della mattanza si raccoglievano in preghiera, magazzini, stalle, cucina, forno e mulino.
All'interno della chiesa vi è custudito l'immagine del Santissimo Crocifisso, oggetto di grande devozione popolare (la terza domenica di Luglio viene celebrata la festa).
Al centro del baglio svettava un'alta ciminiera, necessaria per la cottura e il successivo inscatolamento del tonno.
La struttura si articolava su varie elevazioni: al piano terra vi era la cisterna a sezione circolare, ben conservata e con intonaci, che comunicava con i piani superiori mediante un piccolo pozzo ricavato nella parete sud. A sinistra inoltre vi erano dei locali rustici cosiddetti pagliari destinati alle ciurme, mentre nella parte destra si trovava la trizzana, ossia una grande tettoia che serviva per custodire le barche. Il primo piano era destinato per gli alloggi del rais, del gabellotto e del cappellano.
Inglobata negli edifici della tonnara è la torre di avvistamento, una tra le più belle della Sicilia. Si tratta di una costruzione a pianta quadrata con base scarpata. Affissa all'ingresso della imponente Torre si trova un'incisione che rimanda al 1626, anno in cui fu ristrutturata dopo essere stata distrutta dai pirati in una violenta incursione nel 1624.
"Era un lunedì di Giugno, quando intorno a mezzanotte 13 galee di corsari provenienti dall'Africa apparvero all'improvviso nel porticciolo di Bonagia. Approfittando della scarsa luminosità della luna che quella notte era nel suo ultimo quarto, arrivarono sino a ridosso della torre di guardia tempestandola con più di 200 cannonate che con un sibilo sinistro si andavano a schiantare su quelle pareti sino ad aprirne una breccia".
Oggi la tonnara restaurata, è divenuta un resort, e la torre ospita il Museo delle Attività Marinare, dove sono conservati, assieme a reperti archeologici rinvenuti in mare, strumenti di lavoro e un modello di tonnara a mare, che riproduce la serie di reti per la cattura dei tonni e la camera della morte.
All'esterno della tonnara si possono ammirare le numerose ancore e imbarcazioni utilizzate per la pesca del tonno, la mattanza, segno di una attività e di una tradizione in questo luogo ormai perdute.
Si può visitare il grande baglio dotato di un'ampia corte centrale su cui si affacciano vari fabbricati, quelli che un tempo furono i magazzini, le stalle, le cucine, il locale del forno e persino un mulino. Nella zona circostante, la costa è ricca di piccole calette dove è possibile fare il bagno. Inoltre si possono ammirare bellissimi tramonti magari da uno dei locali che si affacciano sul porticciolo.




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