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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::gli-svevi»Enrico VI e la reggenza di Costnza » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)


Costanza d

Costanza d'Altavilla



Enrico VI, una volta incoronato re, credette di consolidare il potere con atti di ferocia inumana, di cui furono vittime Guglielmo III, la madre, le sorelle e gli stessi baroni di Sicilia che avevano favorito la sua conquista. Questi atti di crudeltà, aggravati dalle spoliazioni e dalle ruberie dei tedeschi del suo seguito, suscitarono una rivolta capitanata da Guglielmo Lo Monaco, che si fortificò nel suo castello di Castrogiovanni (Enna).
Enrico VI, accorso per domare gli insorti, si ammalò e dovette rinunciare all'impresa. Morì a Messina nel 1197 a soli 32 anni da dove fu trasportato a Palermo.
Fu così che Costanza, figlia di Ruggero II primo re di Sicilia e di Beatrice di Rethel, incoronata imperatrice del Sacro Romano Impero a Roma nel 1191, assunse la reggenza del regno e riuscì a controllarlo nonostante le forti tensioni fra i tedeschi, posti dal marito nei punti chiave dello stato, ed i funzionari normanni.
Richiamò il figlio Federico, nato a Jesi nel 1194, che era stato affidato al Duca di Spoleto e lo fece incoronare Re di Sicilia nel 1198.
La regina normanna che aveva disapprovato gli atti di efferatezza del marito, per prima cosa cacciò i baroni tedeschi dal regno e perseguì una politica di pacificazione interna che si riallacciava alla tradizione dei suoi grandi avi.
Morì nel 1198 affidando la tutela del figlio al Papa Innocenzo III.Con questa mossa, Costanza assicurava la sopravvivenza del figlio e la sua folgorante carriera nel regno di Sicilia e nell'Impero.
Innocenzo III nel 1200 liberava la Sicilia dalle truppe tedesche sconfiggendole alle porte di Palermo.
La reggenza di Innocenzo III fu sagace ed illuminata ed ebbe il grande merito di preservare il regno dalla cupidigia di numerosi pretendenti e di comporre i molti dissidi che erano sorti tra i baroni di Puglia e di Sicilia.