"Le cave di pietra, che trovansi a poca distanza dall'abitato, sono fonte di guadagno per alcune altre famiglie.
Le sue speciali condizioni di solidità, la sua lunga durata all'aria, senza deterioramento, rendono la nostra pietra molto apprezzata e ricercata anche dai paesi vicini, a cui i nostri picconieri, esperti anche nel maneggio dello scalpello, la forniscono lavorata, ad uso specialmente di ornamenti architettonici".
(Giuseppe Vaccaro, Notizie su Burgio, 1921).
Girando per le vie del centro storico è possibile ammirare tantissimi portali che fanno immaginare quanto erano valenti gli scalpellini locali dell'800 e del '900. La pietra infatti, a Burgio ha rappresentato il settore trainante dell'economia locale e intere generazioni l'hanno lavorata trasformandola in veri e propri capolavori. Le cave, anticamente dette pirriera dal francese pierre cioè pietra, oggi ancora visibili, sono la testimonianza di quanto importante sia stata, nel tempo, l'estrazione e la lavorazione della pietra.Si trovavano nelle vicinanze del paese, appena fuori dall'abitato. I pirriatura (picconatori) andavano ogni mattina a lavorare nelle cave e da esse estraevano i blocchi di pietra da rivendere agli artigiani scalpellini di Burgio. Questi, a loro volta, realizzavano i manufatti in pietra che erano stati loro commissionati. Tra gli scalpellini si distinsero i Polizzi. Le cave più importanti erano di proprietà della famiglia De Michele e da essi si estraeva una pietra molto dura e resistente, adatta alla costruzione sia di manufatti artistici che di strutture architettoniche come i portali. L'unica cava attualmente attiva si trova oggi a nord del paese, nella zona del quartiere S. Maria, ed è di proprietà della famiglia Sala. L'ornamento architettonico del portale in pietra diventa predominante nella Burgio del XIX secolo. Le famiglie più ricche si distinguevano proprio attraverso l'abbellimento del portone di casa fregiato e ornato da portali finemente lavorati. Così pure le Chiese ed i palazzi nobiliari che, attraverso i portali, si differenziavano anche come classe sociale. Le decorazioni sono costituite da composizioni floreali, a bassorilievo, medaglioni a fogliame. Alcuni portoni presentano, in bassorilievo, le iniziali del cognome della famiglia; altri, quale simbolo di fecondità e prosperità, usano rappresentare sul portone di casa gli organi genitali maschili. Oggi a Burgio le famiglie stanno riscoprendo l'importanza architettonica di queste ricchezze e molti le hanno restaurato ridando dignità ad una storia locale che arricchisce le strade con più di cento portali in pietra. Il portale del palazzo De Michele, nella piazza Umberto I, il palazzo De Martino o Mannile, nel corso Vittorio Veneto, sono opere dove i maestri della pietra di Burgio hanno espresso tutta la loro bravura. Tra tutti i portali comunque, quello che si distingue appartiene alla famiglia Leovirisario, chiamato dei ''gendarmi napoleonici'' del 1814, in corso Vittorio Veneto caratterizzato da due soldati che fiancheggiano l'ingresso della porta. Oggi a Burgio la tradizione degli scalpellini continua. Numerose sono le botteghe artigiane che stanno riprendendo vigore grazie anche alla diffusione del turismo locale. L'artigianato del territorio propone, così, prodotti in pietra e ferro battuto e/o ceramica e per i giovani si aprono prospettive nuove di lavoro.
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