Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
L'islamismo, nell'incitare gli arabi a continue e violente guerre religiose espansionistiche, nell'827 d.C. strappò, nel nome di Allah e di Maometto suo Profeta, al cristianesimo bizantino la Sicilia, che venne dominata per oltre due secoli fino alla conquista normanna.- In quel periodo in Sicilia si evidenziò una gagliarda figura di Emiro, Giafar II, che tra gli undici che la governarono fu, forse, quello che più amò l'isola sicuramente per il suo clima mite e per la sua selvaggia, incontaminata bellezza naturale.
La considerazione scaturisce dal fatto che egli nei suoi ventidue anni di governo, dal 996 al 1018, fece costruire nel territorio misilmerese, sulla Rocca che sovrasta la cittadina, uno splendido castello recentemente portato agli antichi splendori e il cui profilo si staglia nel cielo, caratterizzandone il luogo. Ben presto alle falde della Rocca, sotto il Castello dominante, sorse un villaggio che venne denominato "Villaggio dell'Emiro", che in lingua araba si pronuncia "Menzel - El - Emir", da cui derivò poi l'attuale denominazione di Misilmeri. Pertanto l'Emiro Giafar II, oggi, lo si può, a ragion veduta, considerare il fondatore di Misilmeri. Non esisterebbe, infatti, oggi, Misilmeri e la sua gente se Giafar II, allora, non si fosse innamorato del luogo e non avesse deciso di farvi costruire la sua dimora.- Per creare l'immagine dell'Emiro Giafar, considerato che non può esistere immagine alcuna dello stesso, dato che il Corano impone il divieto della riproduzione della figura umana, mi sono ispirato ai bei volti della gioventù misilmerese, sui quali, ne sono convinto, è impressa la fisionomia araba dall'ampia plasticità dei piani facciali, dall'inciso e regolare profilo, dalla profondità dello sguardo e dal vigoroso atteggiamento. Giafar II rappresenta anche il periodo della dominazione araba in Sicilia. Nel costume del suo tempo, modellato con ricchezza di particolari a simboleggiare l'Estetica, il personaggio porta sul petto una "glittica", a forte rilievo trilobato, nella cui cavità è incastonato l'uovo cosmico, simbolo dell'Universo, sul quale sono posti, a rilievo, i famosi "numeri arabi", distribuiti secondo la concezione filosofica dei Pitagorici.»
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