Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Torre S. Michele
Nella piazzetta adiacente alla chiesa di S. Michele (detta anticamente firriatu di S. Micheli) si trova la poderosa costruzione della "Torre Campanaria della Chiesa di S. Michele ", costruita nel 1550 dalla Confraternita di S. Michele. La struttura si presenta con la forma di un parallelepipedo, con base quadrata, e dalla superficie rifinita da cocci a vista, priva di finestre, tranne una sul lato meridionale. Questa costruzione così possente lascia pensare ad un opera di difesa con i suoi muri spessi più di due metri, simili a quelle delle coave opere di fortificazioni di (Porta S. Salvatore, Porta S. Calogero, bastioni di S. Margherita e di S. Agata, e le mura di Vega) che furono costruiti a Sciacca al tempo di Carlo V (sec. XVI) quando la città era minaccia, dal pericolo di sbarchi dei Turchi, e da incursioni di pirati barbareschi. Si dice infatti che la "Torre Campanaria" originariamente, fu innalzata proprio per l'avvistamento, di eventuale incursioni nella città, e come tale fu usata durante la (Seconda Guerra Mondiale), in seguito la Torre fu utilizzata come campanile. Sulla torre vi sono tre campane la più grande venne fusa nel 1587 e pesa 1760 Kg e, oltre alla data, reca la seguente scrittura: "Piango i morti, respingo i fulmini, chiamo i vivi". E' un opera di Natale Garbato e fu collocata37 anni dopo che la torre fu innalzata, si può notare infatti che i supporti di muri che tengono la grande campana, hanno tutte le caratteristiche di una costruzione artificiale. Ai piedi della Torre campanaria, sul lato sud - est, in via Gallo si trovano delle abitazioni, all'interno di grotte di cui origini risalgono a tanto tempo fa. Il luogo è raggiungibile attraversando la scalinata che fiancheggia l'antica chiesa di S. Michele, detta via Pietre Cadute, da dove e possibile raggiungere il cortile Grotte dove ci sono altre abitazioni scavate in parte nelle roccia, sulla quale si affacciano le finestre di una casa dell'età catalana, nella quale sull'architrave di pietra fu incisa la date 1559 e la sigla I H S (Jesus Hominum Salvator). La casa apparteneva alla famiglia Grisafi che si trova all'interno del omonimo cortile, al quale si accede attraversando un portale ad arco.