Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Monte Adranone
Il periodo protostorico, nel territorio sambucese, è caratterizzato dalla presenza degli Elimi che fondarono Elima ed Entella, e dei Sicani che spinsero i primi verso la parte Nord-Ovest dell'isola. Basamenti di capanne preistoriche di quest'epoca si trovano nelle adiacenze della zona archeologica di Adranone dove sono stati portati alla luce i resti di un villaggio indigeno protostorico costituiti da massi di pietra calcarea e di utensili primitivi. Si presume risalgano al periodo anteriore al VII secolo a.C., al tempo cioè in cui ha inizio la penetrazione greca in Sicilia. Su questi resti, scavi iniziati nel 1968, hanno portato alla luce una città greca fondata da coloni selinuntini nella seconda metà del sec. VI a.C. Nella zona archeologica di Monte Adranone le alterne vicende tra coloni greci e commercianti e colonizzatori cartaginesi si rivelarono intersecate attraverso i ricchi e numerosi reperti sino ad oggi portati alla luce. Monte Adranone è tra i più occidentali siti archeologici del territorio agrigentino, a circa 1000 m s.l.m., nella Valle del Belice, al confine tra il territorio provinciale di Trapani e di Palermo, a circa 7 Km dalla città di Sambuca di Sicilia. La storia dell'antico centro di Monte Adranone si svolge pertanto in un particolare contesto derivante dal contatto tra l'area sicana ellenizzata e l'area elimo punica, con una decisa preminenza della componente punica a partire dagli inizi del IV sec. a.C., ovvia conseguenza del consolidarsi del predominio cartaginese nella Sicilia occidentale, dalla caduta di Selinunte alla morte di Dionisio I. La città è stata identificata con l'Adranon di cui ci narra Diodoro Siculo(XXIIIA2) in relazione a vicende della prima guerra punica: identificazione già proposta dal Cluverio e ripresa dall'Holm, anche in considerazione di dati toponomastici essenziali (il sito domina le balze di una contrada collinare denominata Adragna) sembra ormai prendere sostegno dai dati archeologici emersi dagli scavi sistematici che hanno finora univocamente dimostrato una generale e violenta distruzione della città intorno 250 a.C. durante la prima guerra punica con sporadiche presenze - forse di guarnigioni di controllo - nel corso della seconda guerra punica. Gli scavi regolari risalgono al 1968 e da allora annuali campagne sistematiche hanno portato alla luce la necropoli, la poderosa cinta muraria (km 5) e vasti settori della città e dell'area suburbana: resti, non solo di abitazioni, ma anche di botteghe artigiane, cisterne, aree sacre, e l'acropoli sulla cima del monte. La necropoli si estende a sud dell'abitato, nella zona che attualmente corrisponde all'area di ingresso della zona archeologica e dell'antiquarium, e da essa, pertanto, si inizia la visita della città antica. E' caratterizzata da tombe a camere ipogee, tra le cui segnaliamo la "tomba della Regina", tombe a cassa con pareti costruite in blocchetti di pietra e sepolture sovrapposte a tombe presistenti più antiche. Proseguendo nella visita si raggiungono le mura, con un complesso extra urbano che comprende resti di capanne protostoriche, un quartiere d'abitazione del sec. VI-V a.C., un'area sacra e una fattoria del sec. IV a.C.. La città si estendeva su un territorio ondulato pressoché triangolare difesa a nord-est da un ripido costone roccioso e per il resto da un'imponente cinta muraria edificata nel sec. VI-V a.C. e rafforzata nel sec. IV a.C.. Si possono costeggiare una serie di abitazioni private, servizi d'uso pubblico, fino ad arrivare all'acropoli su cui sorge il tempio punico, a pianta rettangolare a tre vani successivi non comunicanti. Nella zona posta sotto l'acropoli si trova un complesso monumentale con uno stupendo santuario punico. L'abitato degradava a terrazzi verso SW in direzione della profonda insellatura che distingue le due colline su cui si sviluppa l'intero abitato e che forse coincideva con un asse stradale fondamentale della città stessa. Adranone è stata inserita nel Programma Operativo "Sviluppo e valorizzazione del turismo - Itinerari Fenici", insieme con Mozia, Selinunte, Erice e Pantelleria