Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa e Convento di Sant-Angelo
Il Santuario di Sant'Angelo è la Chiesa Patronale di Licata ed è intitolata a Sant'Angelo Carmelitano che nel luogo dove questa chiesa sorse nel 1220 subì il martirio per mano del regio castellano della città, Belengario La Pulcella. Con l'aumentare della devozione per il Santo Carmelitano la piccola chiesa dedicata ai Santi Filippo e Giacomo risultò impraticabile, così per volontà del Vescovo Mons. Rodolfo, sorse su di essa la prima chiesa intitolata al Santo Martire, che fu edificata a partire dal 1564. Ma questa chiesa si rivelò nuovamente ancora più angusta ed inadeguata alle aumentate esigenze liturgiche non riuscendo ad accogliere la gran folla di fedeli che provenivano da tutte le parti per chiedere l'intercessione del Santo Martire. Si pensò quindi di edificarne un'altra più grande, ristrutturando ed ampliando la preesistente. I lavori ebbero inizio a partire dal 1626 in seguito ad un voto fatto dalla popolazione per ringraziare il Santo di avere liberato la città dalla peste del 1625 e racchiude il pozzo miracoloso dove nel XIV sec furono rinvenute le reliquie del santo.La sua realizzazione richiese più di 150 anni,venne aperta al culto,anche se non totalmente completata nel 1662, e venne consacrata dal vescovo di Agrigento Mons. Gioeni nel 1733 quando vi vennero traslate le reliquie di Sant?Angelo. Non si conosce il nome del progettista, ma si ha la certezza di un progetto del 1658 firmato da Angelo Italia, architetto gesuita licatese, che diede un tangibile contributo ai suoi restauri dopo il sisma dell'11 gennaio del 1693 e alla costruzione della sua cupola nel 1696, anche se le fonti storiche riportano solo i nomi di Francesco Bonamici, architetto maltese e del frate francescano Andrea Noara di Trapani. Il prospetto della chiesa è incompiuto. L'attuale impianto chiesatico, che prospetta monumentale sull'omonima piazza, ha una struttura basilicale a tre navate con transetto e cappellone sul lato sinistro dell'abside. Le dodici colonne delle navate provengono dalle cave di Billieme. Le navate della chiesa ospitano numerose opere d'arte. Lungo le navate sono disposte le ?ntorcie ovvero 4 varette lignee che si fanno sfilare in processione con l?urna del santo il 5 maggio giorno della sua festa Sopra l'ingresso principale della chiesa sta una tribuna in legno dipinto ed intagliato con lo stemma della città e i segni del martirio di Sant'Angelo, già sede di un antico organo le cui canne vennero trafugare negli anni cinquanta. La chiesa fino al 1866 era officiata dai PP. carmelitani, dopo un periodo di reggenza del clero secolare, ritornò ai frati nel 1947. La presenza dei carmelitani contribuì positivamente per la salvaguardia dell'antica chiesa. Il 30 agosto del 1992,dopo un lungo periodo di crisi, l'ultimo priore, il licatese Antonino Todaro ed i Carmelitano lasciarono definitivamente la Chiesa; il 1 settembre successivo la chiesa venne affidata dal Vescovo di Agrigento Mons. Carmelo Ferraro alla comunità ecclesiale "Opus Matris Verbi", il cui fondatore, Padre Ernesto Lima, viene nominato rettore del santuario patronale. Il 4 Luglio del 1996, dopo la caduta di alcuni calcinacci, la chiesa venne chiusa al culto per salvaguardare l'incolumità dei fedeli. Il Santuario, che rimarrà chiuso per oltre nove anni, è stato ufficialmente riaperto al culto la notte tra il 21 e il 22 agosto 2005 al termine della processione dell'urna di Sant'Angelo. Nel settembre dello stesso anno l'arcivescovo Ferraro con proprio decreto ha nominato rettore della chiesa il licatese Padre Angelo Pintacorona, sacerdote secolare. Tra le opere di maggiore pregio custodite nella chiesa si citano l?urna argentea di Sant?Angelo custodita all?interno di una cappella con cupola chiusa da una robusta e artistica cancellata in ferro battuto degli inizi del XVIII secolo, la pregevole tela raffigurante i Santi Apostoli Filippo e Giacomo, di anonimo artista del ?600, l?Ecce Homo e due Storie della vita di Sant?Angelo, entrambe di ignoti pittori siciliani del secolo XVI. Inoltre si segnala La Pietà, tela del pittore palermitano Gioacchino Martorana (1724-1782).