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::Madonna della Catena a Termini Imerese » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa della Madonna della Catena

Chiesa della Madonna della Catena

Via Libertà, 63



Chiesa della Madonna della Catena Il culto della Madonna della Catena nasce nel 1392 a Palermo quando 3 uomini ingiustamente catturati e condannati a morte furono miracolosamente liberati dalle loro catene dopo aver pregato la Vergine.
Tra i Termitani si diffuse, specie tra l'umile gente di mare, la devozione alla Vergine con il titolo di Maria SS. della Catena e ad essa fu dedicata una chiesetta nella parte bassa della città, successivamente demolita per la costruzione dell'attuale stazione ferroviaria. II 25 giugno del 1866 con atto rogato presso Pietro Cosentino Notaio in Termini Imerese fu acquistato un terreno, posto a poca distanza dalla stazione e dalla spiaggia, dove venne costruita la chiesetta, rivolta verso il mare, oggi annessa al complesso conventuale dei Frati Cappuccini. Tutta la gente di mare termitana (pescatori, armatori, portuali ecc.) hanno sempre avuto una particolare devozione alla Madonna della Catena. I pescatori più anziani raccontano: che ogni qualvolta prendevano il largo con i pescherecci, uscendo dal porto, si fermavano nello specchio di mare davanti alla chiesetta per invocare con una preghiera la Sua protezione.
Allo stesso modo al rientro, sia nel caso in cui la pesca fosse stata abbondante, sia nel contrario, si rivolgevano sempre alla Vergine per ringraziarla di essere ritornati sani e salvi alle loro famiglie.

STORIA
Tutto ebbe inizio a Palermo, nell'agosto del 1392, durante il regno Re Martino I, il giovane della famiglia d'Aragona, il quale aveva condannato a morte (decapitazione o impiccagione) tre giovani ragazzi innocenti.
Le esecuzioni dovevano avvenire nella Piazza Marina di Palermo nel pomeriggio, quando improvvisamente si scatenò un violentissimo temporale, lampi, vento, scrosci di pioggia e grandine costrinsero la folla a fuggire, mentre i carnefici, le guardie e i condannati furono costretti a rifugiarsi nella vicina chiesa di Santa Maria del porto.
Il tempo non accennava a calmarsi e l'uragano imperversava sempre di più, tant'è che le esecuzioni vennero rimandate al giorno seguente e tutti i presenti si sistemarono all'interno della chiesetta per passarvi la notte in attesa che il tempo si calmasse. Con l'arrivo della notte si addormentarono subito tutti, tranne i tre sventurati che, da quanto si narra, erano innocenti, non riuscirono a prendere sonno, oppressi dal pensiero che l'indomani li attendeva morte certa.
"… la debole luce di un lumino", narra una delle tante relazioni, "diradava le tenebre e permetteva di scorgere sopra l'altare una immagine della Vergine che teneva il Bambino sulle ginocchia".
I condannati portarono lo sguardo sul viso dell'immagine, e cominciarono ad invocarla che si degnasse trovare il modo di far sciogliere i loro ceppi e liberarli dal supplizio.
A questo punto si narra che avvenne il miracolo: le catene si spezzarono e caddero silenziosamente a terra, le porte della chiesetta si aprirono, l'uragano cessò e i tre giovani sentirono una voce proveniente dall'icona della Madonna, che diceva: "Andatevene in libertà e non temete cosa alcuna; il Figlio che porto tra le braccia ha già accolto la vostra preghiera e vi ha concesso la vita".
I tre fuggirono, ma nella mattinata le guardie diedero l'allarme, li ripresero in città e volevano portarli al patibolo, secondo il programma interrotto il giorno prima.
Il popolo, credendo alle parole dei tre giovani che raccontavano il prodigio, chiese l'intervento del Re. Nella città si era sparsa la nuova del miracolo, molti ammalati e sofferenti accorrevano nella chiesetta, invocando la Madonna e ricevendo grazie.
Lo stesso Re Martino con la Regina Maria d'Aragona vennero a prostrarsi davanti ala sacra Immagine, nell'altare vi erano ancora a terra le catene, trofei del grande miracolo.
Diedero ordine che i prigionieri fossero graziati e vollero subito abbellire, restaurare e ingrandire la chiesetta per farne un santuario, che da allora si chiamò di Santa Maria delle Catene

LA FESTA
A Termini Imerese la festa in onore a Maria SS. della Catena si svolge di norma durante la settimana che va dalla prima alla seconda domenica di settembre, essa è organizzata dalla fraternità dell'Ordine Francescano Secolare (*) su mandato del Rettore del convento dei Frati Cappuccini annesso alla chiesa "Madonna della Catena" dell'omonima città. Un notevole apporto all'organizzazione è offerto dalla Marineria locale e dal Comune di Termini Imerese.
I festeggiamenti in onore di Maria SS. della Catena iniziano la prima domenica di settembre con una messa solenne, durante i giorni seguenti il simulacro della Madonna viene esposto in alcuni quartieri della città dove la sera si celebra il rosario e successivamente la messa. Schermata 2019-09-12 alle 08.43.01.jpgNel venerdì antecedente alla processione domenicale la Madonna viene portata alla cappella della Madonna dei Peccati sita alla Marina, nella zona bassa della città, solitamente la stessa sera avviene anche la benedizione delle mamme in attesa, convocando la protezione della SS. Madre di Dio alla quale lasciano un dono floreale.
La domenica è il giorno della grande festa, con molti appuntamenti liturgici che anticipano la processione che si svolge nel pomeriggio, dalle ore 15, in cui verrà portato il simulacro della Madonna fino al porto trapezoidale, dove si tiene l'imbarco sul tradizionale peschereccio che inizia la sua processione in mare seguito dalle altre imbarcazioni locali, ad un certo punto l'imbarcazione sulla quale è posto il simulacro si ferma sullo specchio di mare difronte la chiesa della Madonna della Catena e questo è un piccolo momento di commemorazione ai caduti del mare, successivamente si procede in processione verso il Largo Mercato Ittico dove si tiene la Celebrazione Eucaristica.




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