Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S. Maria Lo Piano
Piazza Santissima Trinità, 6
Inizialmente consacrata a Santa Maria del Soccorso, se ne ignora l'anno di costruzione, è però certo che essa esistesse già nel 1301. Fu detta del "Piano" perché sorgeva sul piano della Trinità, oggi l'attuale omonima piazza. Agli inizi del Cinquecento la chiesa risultava titolata a Santa Maria della Visitazione in quanto vi si conservava il grande Trittico della Visitazione, oggi nella Chiesa Madre. Intorno al 1770 furono completamente rifatti la facciata principale e il campanile. La chiesa fu molto importante anche a livello amministrativo-civile poiché fu anche sede del Senato cittadino che Polizzi possedeva perché città libera.
La facciata è ritmata dal portale e da paraste entrambi in pietra calcarenitica squadrata, che sorreggono un cornicione sormontato dallo splendido campanile a vela. Il portole laterale, in stile romanico, presenta invece un arco a tutto sesto con cantonali in pietra, impreziosito alla sommità da un bassorilievo raffigurante la Vergine Maria.
Spoglia appare invece la facciata a sud della fabbrica. Su di essa, inoltre, si aprono due bucature squadrate.
L'interno della chiesa è a navata singola. Vi si possono ammirare alcune statue, un grande Crocifisso realizzato dalla scuola di Padre Umile da Petralia e la copertura della chiesa, costituita da capriate lignee e tegole tipo coppo siciliano a doppio manto (canali e coppi). La particolarità e il pregio della copertura sono appunto le capriate, realizzate in abete della specie dell'ormai quasi estinto abies nebrodensis, uno dei più preziosi endemismi del Parco delle Madonie, relitto dell'ultima glaciazione, che sopravvive in pochi esemplari proprio nel territorio di Polizzi Generosa. La copertura quindi rappresenta l'unica dimostrazione dell'applicazione costruttiva di tale specie di abete. Le capriate sono inoltre ornate con i residui disegni geometrici e pitture di piccoli mostri e animali, ormai quasi del tutto cancellati dal degrado del tempo. Il piano interrato della fabbrica funse anche da cripta per la sepoltura fino al 1804. L'altare principale è impreziosito da bassorilievi in oro zecchino su fondo cobalto.