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::Chiesa di Santa Maria della Consolazione a Scicli » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Chiesa di Santa Maria della Consolazione

Via Santa Maria la Nova
Piantina



Le notizie riguardanti la chiesa della Consolazione, la prima che si incontra percorrendo la profonda cava di S.M la Nova, prima del terremoto del 1693 sono scarse. Si tratta di una chiesa nella quale è possibile riconoscere più fasi edilizie: nel XV secolo è attestata la presenza di un tempio dedicato a S. Tommaso Apostolo, nella seconda metà del '600 fu riedificata per essere, infine, ricostruita dopo il terremoto del 1693.
La facciata fu edificata nella seconda metà del 600' rispecchiando lo stile del periodo tardo-rinascimentale e giace su un ampio basamento pavimentato con antiche basole, elevato rispetto al piano stradale.
E' caratterizza da due ordini: nel primo lesene tuscaniche la dividono in tre parti. Al centro spicca un sobrio portone sormontato da un cartiglio; lateralmente si ripete, in modo simmetrico, lo schema porta-nicchia-finestra. Il secondo ordine comprende quattro lesene composite che inquadrano la finestra balconata dalla quale penetra la luce che illumina l'intera navata centrale. Chiude superiormente la facciata un timpano triangolare. Sul prospetto si legge ancora il titolo di Patrona Civitatis privilegio concesso dal Re di Spagna Filippo IV nel 1645 che testimonia quanto fosse forte la devozione popolare per Maria della Consolazione.
Di notevole interesse è il portale d'ingresso seicentesco che si trova sulla fiancata destra della chiesa; resistito al terremoto del 1693, in stile gotico,con bassorilievi che richiamano scene della vita e del martirio di S. Tommaso.
L'interno della basilica è un tempio tardo-barocco, a tre navate separate da pesanti e bassi pilastri in stile tuscanico. Ai lati si sviluppano tre cappelle con volta a botte e l'abside semicircolare coperto da cupola ribassata.
La struttura attuale delle navate resistette al sisma del 1693 e risale al 1600 circa; l'abside, il cupolino e gli ambienti adiacenti (Sala del Capitolo, Sagrestia) furono ricostruiti successivamente secondo uno stile pomposamente settecentesco-rococò; Singolare è il pavimento a motivi geometrici e floreali prossimo all'altare centrale della chiesa e interamente realizzato con pietra calcarea bianca e pietra pece nera, tipiche degli Iblei.
Notevole il fastoso organo settecentesco e gli stalli lignei ottocenteschi.
Caso unico per le architetture ecclesiastiche di Scicli è il campanile isolato che termina con una cuspide arricchita da colorate maioliche.
Il fondo dell' altare maggiore è occupato da una tela, di cui non si conosce l'artista, raffigurante Cristo con le anime del Purgatorio, della seconda metà del XVII secolo; le cappelle laterali ospitano due eccezionali statue lignee che richiamano la Flagellazione di Cristo e Cristo con le mani legate.

Una storia affascinante
« Sei persone sepolte 200 anni fa che si erano mummificate in maniera naturale»
Nel luglio del 2008 si sono avviati lavori di consolidamento, ad opera del Dipartimento della protezione civile di Ragusa, per un costo di circa 530mila euro su un totale di circa un milione e 300mila euro, provenienti dalla legge regionale 433/91, e l'incarico venne affidato all'ingegnere messinese Basilio Di Natale, all'architetto Vincenzo Giavatto, di Scicli, e al geometra Paolo Grimaldi, di Caronia.
I lavori prevedevano la messa in sicurezza della chiesa, portata a termine, sistemando le volte e la facciata e facendo un lavoro di tirantatura. I problemi, però, sono venuti fuori al momento di sistemare il pavimento,che non era stabile, dato che le volte delle cripte che si trovavano sotto il pavimento erano molto labili e pertanto da ripristinare.
Ebbene sotto il pavimento venne trovato un cimitero. Fino all'800, del resto, era consuetudine seppellire i nobili, i religiosi e gli aristocratici all'interno dei sotterranei dei luoghi di culto e non appena il pavimento è stato rimosso sono venute alla luce undici sepolture singole e 30 cripte, disponendo il trasferimento dei resti mortali al cimitero comunale di contrada Mendolilli.
Ma man mano che i lavori proseguivano, la chiesa restituiva ancora corpi e questa volta, per una serie di condizioni climatiche e del terreno, si trattava di sei persone sepolte tra 150 e 200 anni fa che si erano mummificate in maniera naturale. Persino il critico d'arte Vittorio Sgarbi volle recarsi personalmente sul posto e se da un lato c'era chi voleva il pavimento, dall'altro c'era chi proponeva di lasciare tutto a vista e di mettere solo una vetrata. Alla fine si decise di riseppellire nuovamente le mummie nelle cripte sotto la chiesa e di coprire tutto. In questo modo la messa in sicurezza dell'opera è stata completata, ma la chiesa non è stata mai riaperta, se non in occasione dei Sepolcri del giovedì santo, delle Giornate Fai di Primavera e per eventi sporadici, come quelli dell'artista Sasha Vinci e della cooperativa Triskele. C'è da dire, comunque, che le sei mummie non sono state neanche le prime a riaffiorare nella chiesa della Consolazione di Scicli. Già nei primi del 1900 era stato scoperto il corpo di quella che poi è stata ribattezzata La regina dei Mori, per via del colore della sua pelle, l'unica che oggi è possibile vedere all'interno della chiesa poiché custodita in una teca di vetro e l'unica che è stata anche approfonditamente studiata, « mentre sulle sei poi nuovamente seppellite - fa sapere l'archeologa e paleopatologa Valentina Pensiero - è stato possibile solo scattare qualche foto da lontano e procedere ad un esame sommario. Le sei mummie - prosegue - erano quelle di tre uomini e tre donne e avevano anche i vestiti addosso, a differenza della Regina dei Mori. Costei, al momento della morte, avvenuta verosimilmente per asfissia verso la metà dell'800, aveva tra i 45 e i 55 anni ed è priva dei piedi. Ho avuto modo di studiare anche il corredo trovato all'interno delle cripte - spiega ancora l'archeologa - e i corpi erano in quelle più vicine all'altare.
Successivamente la parte sottostante della chiesa è stata tutta controllata, tranne sotto l'organo. Lì è possibile ancora scendere di qualche metro e nessuno sa cosa ci sia».
Attualmente la chiesa è visitabile grazie all'iniziativa dell' associazione culturale Triskele.



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