Tronetto con dipinto su vetro. Bottega di artigiani locali ed Ignoto. (secolo XVIII)
Solo in parte visitabile, la sezione storico-artistica rappresenta una vera e propria documentazione della storia di Adrano dall’epoca normanna agli anni ‘80 del XX secolo. Un luogo della memoria, come era negli intenti dell'ispettore, prof. Saro Franco, alla cui crescita potessero contribuire istituzioni religiose e laiche, pittori viventi, esponenti della borghesia locale, cittadini e alunni delle scuole con i loro significativi contributi, spinti dall’orgoglio di incrementare il patrimonio artistico di una comunità con preziosi documenti della vita di una società in perenne evoluzione.
Grazie a tale concezione il Castello Normanno, in cui ha sede dal 1958 il museo archeologico, è divenuto a poco a poco anche il luogo della memoria collettiva in cui il fluire della storia ha trovato il suo spazio naturale.
Il castello presenta ambienti, come la Cappella, in cui si possono ammirare frammenti di affreschi ascrivibili al XIV secolo. Nel catino dell’abside il Pantocrator, nella mandorla circondata da Angeli, con il nimbo testimonia la presenza di maestranze transalpine operanti nel territorio. All’interno il raccolto ambiente sacro è reso solenne dalle splendide volte a crociera, restaurate nel rispetto dei materiali originari.
La raccolta di dipinti nasce dal desiderio di tutelare il patrimonio artistico presente nelle chiese e nei palazzi pubblici e privati di Adrano per salvarli da un inesorabile degrado. La pregevole quadreria comprende dipinti su tela, tavola, vetro, metallo, insieme alla raccolta di stampe, arredi sacri e suppellettili di uso domestico, un tempo patrimonio di chiese, monasteri, palazzi pubblici e privati.
I dipinti e le sculture del Seicento e del Settecento, di ambiente meridionale e siciliano, documentano la presenza ad Adrano di artisti quali Giuseppe Tomasi e della sua cerchia, di allievi scuola di Giuseppe Salerno (lo Zoppo di Gangi), di Olivio Sozzi e di artisti stranieri che hanno soggiornato nel territorio adranita.
La perizia tecnica degli artigiani siciliani esperti nella lavorazione del legno è testimoniata da un tronetto ligneo scolpito, laccato e dorato del secolo XVIII; sulla base è riportata un'iscrizione dedicatoria relativa sia all'Arcangelo Raffaele che al committente Antonio Severino. L’opera è la cornice appropriata per il dipinto su vetro raffigurante l’ Arcangelo Raffaele e Tobiolo di Ignoto, attribuito da alcuni studiosi, per l’accurata fattura, ad Olivio Sozzi, più probabile l’attribuzione ad un artista della sua cerchia.
Di pregio le documentazioni epigrafiche, dall’iscrizione secentesca che testimonia la dominazione spagnola, alla settecentesca epigrafe della villa suburbana di località Giastrillo, testimonianza di una nobiltà terriera che governava la città.
Valorizzano la storia locale i documenti attestanti la presenza garibaldina nel territorio, diplomi e riconoscimenti ad enti laici e religiosi. E' custodita nel museo la collezione Sangiorgio Gualtieri che comprende documenti, fotografie di pregevoli dipinti del '600, '700 ed '800.
La Fondazione Sangiorgio Gualtieri, come comprovano le carte documentanti l'attività filantropica e culturale, è una istituzione creata per disposizione testamentaria dalla Famiglia Sangiorgio Gualtieri con l’intento etico di educare i fanciulli in difficoltà anche tramite l’impiego didattico di opere d’arte di vario genere.
L'ammirazione di Saro Franco per il mondo classico non vincola la selezione delle raccolte entro ristretti limiti cronologici, egli attua infatti il progetto di accogliere all’interno del Museo opere di artisti contemporanei, tra cui Milluzzo, Romano, Guzzone, La Naja, alcune presentate in occasione di mostre temporanee, altre donate dagli stessi artisti o acquistate dal Comune, per valorizzare e studiare l’arte del Novecento attraverso le opere di artisti che operano nel territorio.
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