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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)


Annunciazione (olio su tela)

Annunciazione (olio su tela)



Annunciazione (olio su tavola cm. 250x205)
L'opera anonima, da collocare intorno alla metà del secolo XVI, traduce in forme popolari un impianto compositivo dotto.
Maria è collocata in un vano architettonico che ha una rapida fuga prospettica. Centro iconografico del dipinto è un pilastro con colonna addossata poggianti un pavimento a scacchiera davanti ad un paesaggio naturale. Le gamme cromatiche sono nitide all'interno di un disegno sicuro, ritmicamente modulato.L'opera, originariamente, si trovava nella chiesa dell'Annunziata annessa al Palazzo Marchionale.
Teresa Pugliatti, dopo il restauro del 1988 che ha messo in luce la data 1544, nota, per un verso, richiami stilistici antonelliani nell'inquadratura dell'abitacolo e nelle decorazioni dei capitelli, per l'altro citazioni «archeologizzanti del primo Cinquecento con elementi di tipilogia bramantesca per la volticella». «Nell'insieme- scrive la Pugliatti-l'opera presenta una sua originalità, se pure in buona misura involontaria, da parte del suo autore che rivela, insieme con le incertezze stilistiche, una freschezza naive decisamente attraente».
Annunziata (olio su tela)
L'opera (olio su tela) riferibile al Settecento è di buona fattura e domina l'altare maggiore. Alcuni tratti stilistici, la bellezza delle figure, la luce e i colori, fanno pensare a Vito D'Anna. La gamma cromatica utilizzata è varia: dal rosso porpora della veste di Maria al blu del mantello, dal bianco dorato al rosa pallido e agli azzurrini delle vesti dell'angelo, all'intensa luce dorata del cielo intorno alla colomba dello Spirito Santo. L'incarnato rende una bellezza dolce e serafica. L'attribuzione al D'Anna viene fatta anche dalla Citti Siracusano che colloca la tela tra le ultime del maestro, vicina, cronologicamente, alla tela di S. Maria Maggiore nella stessa città. Un'opera pregevole per il robusto impianto di primo piano dei protagonisti, con una chiarezza compositiva abbastanza rara nella pittura settecentesca. Di particolare bellezza per il sapiente uso dei grigi e dei gialli, l'Angelo Annunziante. Il quadro è stato restaurato negli anni sessanta da Beppe Assenza
S. Andrea Avellino
S. Andrea Avellino (olio su tela). Raro esempio di pittura (di ottima fattura) secentesca nell'area iblea. L'opera è anonima. Il santo è rappresentato di profilo, in ginocchio, con lo sguardo rivolto verso l'alto, affiancato in basso a sinistra da un personaggio in controluce. La luce radente, in diagonale, scende di spalle, determinando forti contrasti chiaroscurali, su un fondale scuro. La pennellata densa e fluida ammorbidisce i volumi. Il santo manifesta nel volto dignità e forza d'animo.
Ritratto di un membro della famiglia Statella (sec. XVIII)
Ripreso ritto, in piedi, all'interno di una stanza arredata da una tenda raccolta all'angolo sinistro in alto e da un tavolo, tiene con la destra una collana con un'onorificenza e poggia la sinistra sull'imboccatura dello spadino. Indossa sopra la camicia bianca la sottomarsina color avorio ricamata a motivi floreali d'oro e la marsina azzurra ad ampie falde quadre e con alti e larghi paramani; i calzoni neri, corti, aderenti sopra il ginocchio sono stretti da bottoni d'oro; le calze sono bianche e le scarpine sono strette da fibbie. Il volto giovanile è molto vivace. L'opera, anonima, è di buona fattura.
Simulacro del SS. Cristo con la Croce
Il gruppo del SS. Cristo con la Croce è un'opera in cartapesta di fattura artigianale riferibile alla prima metà del Settecento. Prevalente è il valore devozionale, essendo l'opera più venerata all'interno della chiesa della SS. Annunziata. Rappresenta Cristo che sale al Calvario, con la croce sulle spalle, tra due carnefici che lo colpiscono violentemente. Il simulacro è legato ai riti del Venerdi Santo.
Cassa reliquiaria in argento e bronzo (1738)
Cassa reliquiaria in argento e bronzo dorato. I quattro lati sono ornati da bassorilievi in lamina d'argento raffiguranti protomartiri e protovergini racchiusi in nicchie con catino a conchiglia. Le nicchie sono intervallate da semicolonne tortili.
Anche il coperchio è ornato da fregi floreali e da quattro medaglioni mistilinei con raffigurazioni di santi.
Ostensorio in argento (sec. XVIII)
La base è divisa in tre campi da volute su cui sono poste tre statuette raffiguranti la Fortezza, la Temperanza e La Mansuetudine. Sulle tre superfici sono rappresentate a sbalzo tre storie bibliche:Cristo e la Samaritana, Il miracolo del cieco, Il sacrificio di Melchisedech. Sul fusto si trova la rappresentazione del Sacrificio di Isacco. La sfera è composta da raggi diradati, legati insieme da una ghirlanda esterna e da una corona di spine.




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