Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Gli stucchi che ornano l'interno della chiesa della SS. Annunziata sono attribuiti, in gran parte, a Giuseppe Gianforma, un artista palermitano stabilitosi a Ispica intorno al 1740 ed attivo, tra il 1740 e il 1770, in tutta l'area iblea: Modica, Scicli, Chiaramonte, Noto. Il ciclo comprende 13 grandi pannelli di stucco, in basso ed alto rilievo, che decorano la navata centrale (Giuditta e Oloferne, la Prova di Gedeone, Gioele e Sisara, L‘Annunzio ad Abramo), il transetto (Davide e Golia, Il Sacrificio di Isacco,i pennacchi angolari (simboli dei quattro evangelisti: Giovanni, Luca, Marco, Matteo), e dell'abside (Profezia di Isaia,Nativitàe Adorazione dei Magi). Formatosi alla scuola di Giacomo Serpotta, lo stuccatore più importante del '700 siciliano,
Giuseppe Gianforma propone modelli classicisti all'interno di una cultura tardobarocca. Non mancano, in qualche particolare, elementi di vivace espressivita realistica.
Difficile risulta distinguere lo stile di Giuseppe rispetto a quello dei figli Gioacchino e Giovanni, quest'ultimo sicuramente artista più valido rispetto al padre (non risulta chiara ancora la fisionomia di Gioacchino). Possono attribuirsi a Giovanni le sculture allegoriche a tutto tondo poste nell'abside centrale a fianco all'altare, come pure le sculture poste ai lati degli altari del transetto, figure che rimandano alle iconografie serpottiane di Palermo.
Da riferire agli ultimi decenni del ‘700 sono le decorazioni in stucco della sagrestia, molto eleganti e vivaci per grazia e leggerezza, secondo un disegno rocaille.
Un secondo intervento integrativo di stucchi per l'interno della chiesa è da collocare nell'Ottocento: in particolar modo per le fasce a quadrati blu con rosette, per le cupole delle navate laterali e, fors'anche, per la cupola centrale.
Sopra il portone d' ingresso c'e lo stemma del Vescovo di Noto Giovanni Blandini, una grande aquila a due teste, realizzato dal Di Gregorio. Nei pennacchi della cupola sono rappresentati i quattro evangelisti coi loro simboli; Matteo (angelo), Luca (toro), Marco (leone), Giovanni (aquila). Nella cappella centrale c'è a sinistra l'adorazione dei pastori; a destra, l'adorazione dei Magi. Monocromi su fondo azzurro i pannelli raffigurano scene del Vecchio e Nuovo Testamento.
Visita virtuale a 360° della chiesa (interno ed esterno) sul sito ufficiale del comune di Ispica.