Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Palazzo-Castello Galletti
Via Giannone
Sul primo castello dei baroni Galletti nulla di preciso si conosce, tranne un accenno nell'opera del Mugnos, di cui riportiamo le testuali parole: "Nicolò Galletti nel partirsi da Pisa, attaccò nel suo palagio un gallo spennato con questo motto di sotto: chi non farà come fo' io, sarà spennato come il gallo mio. Nacque da lui Lancellotto che sposò Vilolanta de Jaen, la quale gli recò in dote il castello e la baronia di Fiumesalato".
Di questo castello sito in una collinetta denominata sino a poco tempo fa "quartiere Forca", rimaneva nel 1836 "un pian terreno ad uso di baglio, un appartamento di nove stanze fatte in rustico, e coperte da dammusi, e tegole con tre finestre ed un balcone, avente nella entrada grande tre officine, che servono attualmente per uso di carceri di detto Comune. Più due botteghe aggregate a detto Palazzo, una stanza terrana per uso di Bigliardo, e altre parti diroccate, ed inabitabili".
Agli inizi del secolo XVIII il principe Giuseppe Galletti e De Gregorio iniziava nel Piano del Palazzo (oggi Piazza Crispi) la costruzione di un secondo palazzo-castello, con una pianta ottagonale; purtroppo la costruzione restò nella fase iniziale per la morte del principe avvenuta il 7 novembre 1751. I lavori non furono continuati dagli eredi. Il pronipote Nicolò Galletti e Platamone, riprendendo l'idea della costruzione di un nuovo-palazzo castello, attratto dalla bellezza di uno spuntone di roccia che si affacciava sullo stradone della Piazza, commissionò il progetto del nuovo palazzo-castello all' architetto palermitano Tommaso Di Chiara, lo stesso che aveva progettato e costruito la Villa S. Cataldo di Bagheriae disegnato anche il palazzo dei Galletti di Palermo ubicato in piazza Marina.
Tra i due palazzi, infatti, prevale un linguaggio neogotico e soluzioni decorative presenti nelle facciate.
Articolato in origine da due corpi, sopravvive solo quello superiore; l'altro, invece, negli anni '80 del secolo scorso è stato abbattuto per ospitare una banca. Una rampa in conci di pietra, tuttora esistente, metteva in comunicazione i due livelli, collegamento facilitato anche dalla presenza di cavità artificiali. Testimonianza dell'architettura neogotica, il palazzo comprende un piccolo giardino chiuso da una cinta muraria merlata. Alcuni elementi abbelliscono la facciata, quali le raffinate fantasie a quadrifoglio che fungono da inferriata nella loggetta e nei balconi. La famiglia Galletti solo di rado frequentava il palazzo in quanto dimorava stabilmente a Palermo, mentre per sfuggire all'afa e al caldo della città si rifugiava nella loro villa di Bagheria.