Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di San Giovanni o del Purgatorio
Via San Giovanni
L'origine di questa antichissima chiesa è da ricercarsi antecedentemente al 1101 quando il conte Ruggero la comprese nella dotazione dell'abbazia della SS. Trinità di Mileto, citandola come priorato di regio patronato; tale condizione fu ribadita anche in una successiva bolla di papa Eugenio III del 24 febbraio 1150 dove San Giovanni viene citata tra "le chiese di Sicilia suffraganee dell'Abazia della SS. Trinità di Mileto fondata dal Conte Ruggero". Nel 1454 il vescovo di Girgenti concesse il suolo per la costruzione della sacrestia alla Congregazione del Purgatorio.
I membri della Congregazione del Purgatorio, costituitisi nel 1606 in confraternita del Purgatorio intitolata a San Giovanni Battista, ottennero dall'abate del monastero di Sant'Anastasia della diocesi di Messin (che aveva ottenuto il priorato di San Giovanni dalla bolla di Nicolò V) la concessione di un pezzo di suolo per costruire l'oratorio, previo il pagamento di un canone annuale. In quella occasione i confrati restaurarono anche la chiesa, la ingrandirono e costruirono l'altare destinato alla celebrazione di messe in suffragio dei defunti.
Nel 1711, grazie al generoso lascito del sacerdote Riccobene, la chiesa subì un radicale restauro che, secondo le testimonianze, non lasciò nulla della preesistente chiesa e il prospetto principale fu consolidato con la costruzione di un muro di rinforzo
Nel 1718 la chiesa fu ampliata grazie al lascito testamentario del sacerdote Raffaele Riccobene. I muri perimetrali furono rialzati di tre metri e fu costruita la volta
Nel 1745, il Vescovo di Girgenti, Don Lorenzo Gioeni, in visita a Caltanissetta, decide di elevare la chiesa di San Giovanni a sede parrocchiale
assegnandole il quartiere di San Francesco insieme con le chiese di Santa Croce, del Crocifisso e di San Biagio (non più esistente). Tra i confrati e il parroco sorsero delle controversi.
Nel 1780 la chiesa fu restaurata e decorata e nel 1801 Tommaso Pollaci dipinse il battesimo di Gesù nel centro della volta.
Tra il 1806 e il 1810 l'interno fu decorato con stucchi nelle pareti e nella volta. Le lesene furono aggettivate dall'ordine corinzio.
Nel 1859 la statua gaginesca di San Giovanni, posta nella nicchia del prospetto principale, fu trasferita in un altare.
Dopo il 1860 furono trafugati alcuni argenti (Pulci, p.338) e alla fine dell'Ottocento furono trafugati il ciborio, un piviale e gli ori dei quadri (Pulci, p.338).
Nel 1910, con somme raccolte tra i fedeli, il canonico Michele Natale fece rifare il prospetto, secondo il progetto e la direzione dei lavori di Sebastiano Rodriguez, aiutante dell'ufficio tecnico comunale Rettore della chiesa: il campanile esistente di mattoni fu intonacato; nella nicchia fu collocata la statua di San Giovanni, scolpita da Calogero Dell'Utri mentre all'interno fu ricostruito l'altare in marmo ed il simulacro di S. Antonio.
Nel 1924 la chiesa fu affidata alle Clarisse, che aprirono un piccolo monastero, poi trasferito (Falzone, p.109).
Fino alla seconda guerra mondiale custodì alcune opere d'arte tra cui un bozzetto in terracotta raffigurante San Giovanni, oggi esposto al museo diocesano di Caltanissetta, e il Crocifisso dello Staglio, dipinto oggi custodito presso l'abbazia di Santo Spirito.
La chiesa fu danneggiata dai bombardamenti del 1943: si distrussero l'affresco, gli stucchi della volta e le tre tele di Tommaso Pollaci. La chiesa, abbandonata per alcuni anni, fu inoltre saccheggiata (Falzone, p.109) per essere ricostruita nel 1945. .
Negli anni Sessanta la chiesa fu restaurata per opera del canonico Salvatore Brucculeri, che recuperò parte del patrimonio artistico (Falzone, p.109).
Nel 1997 fu restaurato il campanile, tuttavia nel 1998 crollò un pezzo del cornicione.
Nel 2003 il prospetto è stato tinteggiato incluso il campanile, prima con lesene e cornici di colore giallo su fondo bianco.
Nel 2008 la Soprintendenza ai Beni Artistici e Culturali di Caltanissetta ha eseguito dei lavori di restauro che hanno interessato sia l'interno (conservazione di stucchi e dipinti) che l'esterno del luogo di culto (realizzazione di una copertura con capriate in legno lamellare).
Posizione
La chiesa, con sagrato delimitato da una cancellata, sorge sul centro storico di Caltanissetta, vicinissima alla chiesa di S. Domenico, nascosta dalle fatiscenti tazioni che la circondano, si raggiunge attraversando l'intricato quartiere Angeli, tramite la stretta via S. Giovanni.
Descrizione
A navata unica possiede un prospetto a capanna inquadrato da lesene tuscaniche giganti, sovrastate da vasotti, con un unico ordine di paraste che ne delinea la facciata coronata da un timpano triangolare.
Sulla parte centrale del fronte, leggermente aggettante, si apre il portale rettangolare modanato, inquadrato da lesene corinzie trabeate e sormontato da un edicola contenente la statua del Santo sopra la quale si apre il finestrone che illumina la navata sovrastato da un frontone ondulato, decorato in corrispondenza della chiave da una conchiglia affiancata da volute e con due vasotti all'estremità; tale partitura centrale risulta lievemente aggettante rispetto al resto della facciata ed è caratterizzata da intonaco listato delimitato in sommità dal cornicione curvilineo.
Alla sinistra del portale d'accesso si erge il campanile articolato in tre livelli, con cella campanaria sovrastata da una copertura piramida.
Nel prospetto sud sono presenti una serie di archi in conci squadrati, posti a tre altezze.
L'impianto spaziale è costituito da aula e presbiterio coperti da volta a botte lunettata, scandite da fasce contenenti specchiature con stucchi a motivi fitomorfici; la parete di fondo del presbiterio con angoli smussati si raccorda con un tratto di volta a lacunari. Le pareti dell'aula sono ritmate da paraste corinzie trabeate, che scandiscono cinque partiti: quelli laterali hanno arcate cieche con stipiti retti da lesene corinzie e intradosso a lacunari; i partiti d'estremità e centrale sono divisi orizzontalmente da una cornice, retta da lesene corinzie, sovrastata da specchiatura rettangolare. La parete di fondo del presbiterio ha l'altare maggiore inquadrato da colonne corinzie trabeate concluse da un frontone triangolare, affiancate da nicchie contenenti statue. E' presente la cantoria su colonne con capitello composito.
Oggi la chiesa non custodisce più pregevoli opere d'arte trasferite in altri luoghi dopo i danni bellici, quali un prezioso bozzetto in terracotta raffigurante San Giovanni, di scuola gaginesca, esposto al Museo Diocesano o il Crocifisso dello Staglio, pregevole croce dipinta tardo medievale, sito a Santo Spirito.
Cronologia delle principali fasi costruttive
XII sec. - esistenza di un priorato, come sancito dalla Bolla di Eugenio III del 1150
1454 - una bolla di Nicolò V, riconoscendo la Congregazione del Purgatorio che aveva sede nella chiesa, concedeva il suolo per la fabbrica della sacrestia.
1606 - la chiesa viene assegnata alla Confraternita del Purgatorio, dalla quale prenderà anche il nome; vengono effettuati lavori di restauro ed ampliamento.
1711 - restauro dei muri laterali e della facciata. Secondo il Falduzza in quell'anno la chiesa fu totalmente riedificata, nulla restando delle antiche fabbriche, grazie ad un lascito del generoso sacerdote Raffaele Riccobene.
1745 - erezione a parrocchia.
1806 - l'interno viene decorato a stucchi
1910 - rifacimento del prospetto
1943 - danni bellici
1945 - ricostruzione dai bombardamenti