Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Santuario del Signore della Citta
Via S. Nicolò, 25
Il Santuario si trova in fondo al rione S. Nicola e, secondo alcuni storici nisseni ( tra cui Giovanni Mulè Bertòlo), venne fondato nel XIV secolo, ma le prime notizie certe riguardo la sua esistenza risalgono al 1730, quando don Giovanni Agostino Riva, nel suo Notiziario di Stato della Città, la riporta intitolata a San Nicola di Bari e assegnata a un'omonima confraternita.
Chiamato originariamente Chiesa di S. Nicola, fu dedicato al Signore della Città a seguito di un fatto leggendario. Infatti, si narra che nel muro di una grotta di Largo Scribani (in fondo all'attuale via Roma), fosse stato trovato un Crocifisso di legno nero in stile bizantino nascostovi sin dal tempo della persecuzione iconoclasta. Questo Crocifisso sarebbe stato trovato da alcuni fogliamari (raccoglitori di erbe selvatiche), portato in questa chiesa e venerato come Signore della Città. Il crocifisso, annerito dal fumo sprigionato da due candele che ardevano all'interno della grotta, divenne presto il patrono di Caltanissetta, e fu custodito nella chiesa di San Leonardo, che si trovava nei pressi del luogo di ritrovamento.
La versione storica, invece, ritiene che tale Crocifisso provenga a seguito della distruzione della chiesa di S. Leonardo, filiale di Santo Spirito e la chiesa di San Nicola di Bari fu scelta per la vicinanza alla scomparsa chiesa di San Leonardo e al sito del ritrovamento, e da quel momento venne intitolata al Crocifisso per devozione popolare.
Fino al XIX secolo la chiesa mantenne dimensioni modeste, come testimonia il portale situato in una parete laterale che un tempo rappresentava l'ingresso principale dell'edificio.
Nel 1859 la confraternita di San Nicola di Bari venne sciolta, e al suo posto Monsignor Guttadauro fondò la confraternita del Santissimo Crocifisso, formata da zolfatai. Dopo il 1867, anno in cui furono soppressi gli ordini religiosi, fu eletta a cappella del vicino ospedale Vittorio Emanuele II, a sua volta ex convento dei padri cappuccini; il vescovo di Caltanissetta, Monsignor Guttadauro nominò quindi rettore della chiesa il frate cappuccino Angelico Lipani. Egli si prodigò a restaurare la chiesa grazie ai generosi finanziamenti dei conti Testasecca, e in particolare della contessa Maria Adelaide: tra il 1872 e il 1880 la chiesetta venne ingrandita e dotata di un nuovo altare e un nuovo portale in arenaria; fu inoltre acquistato il fercolo dorato, opera dell'artista ennese Gaetano Chiaramonte, che da quel momento servirà per portare in processione il crocifisso il Venerdì Santo.
A partire dal 1881, a seguito delle tragedie in alcune miniere nissene, la chiesa divenne il centro operativo da cui partivano cibo e soccorsi. Sull'onda di questa esperienza, grazie alle elargizioni dei Testasecca, padre Lipani nel 1884 fondò l'istituto Signore della Città, costruito nei locali attigui alla chiesa per ospitare le orfane. Nel 1885 fondò la congregazione delle suore francescane del Signore della Città.
Padre Lipani morì nel 1920, e nel 1947 la sua salma fu traslata sul fianco sinistro della chiesa, custodita all'interno di un monumento opera di Piraino e Averna.
Tra il 1955 e il 1968 l'altare fu adornato con un mosaico dorato opera dell'artista Bevilacqua. Nel 1957, sotto il terzo rettore Sorce, la chiesa fu elevata a santuario.
Descrizione
Il Santuario si trova all'estremità di un'appendice del quartiere San Francesco, affacciata sul vallone del torrente della Difesa. L'edificio è in stile neoclassico; la facciata è in pietra di Sabucina (arenaria) inquadrata da un ordine gigante di parastre ioniche, è sormontata da un timpano triangolare ed è affiancata a sinistra dal campanile.
All'interno vi sono custodite due statue, quella di san Francesco, realizzata dai Biancardi nel 1882, e quella di sant'Antonio, proveniente dall'omonima chiesa distrutta per far posto all'ex palazzo delle Poste. Sul fianco sinistro della chiesa si trova un monumento, opera di Piraino e Averna, che dal 1947 custodisce la salma di padre Angelico Lipani.L'altare dedicato al Signore della Città fu chiamato così per distinguere questa struttura dall'ex abbazia di S. Anastasia, che oggi si chiama Signore della Campagna.
Da questa chiesa, al crepuscolo del Venerdì Santo, esce la processione del Cristo Nero, momento più affascinante della Settimana Santa. Il simulacro viene portato a spalla dai "fogliamari" che, scalzi, intonano le "lamitanze", pianti caratteristici.