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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Lavatoi pubblici

Lavatoi pubblici




Il lavatoio pubblico ubicato in contrada Pizzuta, della fine del '700, di notevole interesse etno-antropologico, testimonia un momento della lavorazione della lana, un'attività ormai completamente scomparsa.
Esso fa pane del contesto rurale rappresentato dall'adiacente masseria e dall'abbeveratoio. Il lavatoio, inserito in un ambiente coperto, è costituito da due vasche adiacenti in muratura il cui muro divisorio è coperto da lastre in pietra. I piani inclinati delle due vasche sono in pietra e presentano al centro una fontana da cui fuoriusciva l'acqua. Un'altra struttura simile, non coperta, si trova nella frazione di Regalgioffoli in contrada Calvario ed è probabilmente di epoca antenore .Questo lavatoio presenta due ampie vasche di cui una con un piano inchnato, al cui interno è ancora visibile il "cannolo" in pietra dal quale scaturiva l'acqua.
Uno dei lavatoi in pietra inserito nel contesto naturale di contrada Pizzuta è stato costruito a più riprese tra la fine del '700 e l'inizio dell'800. Posto sotto il vincolo della Sovrintendenza poichè di notevole interesse etno-antropologico, veniva utilizzato principalmente per la lavorazione della lana ed anche per altri usi domestici. E' attiguo e forse pertinente, ad una masseria fortificata. L'altro è ubicato nel centro abitato della frazione di Regalgioffoli ed è probabilmente molto più antico poichè coevo all'abbeveratoio del '500 non più esistente.



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