Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Necropoli di Raffadali
Tutto il territorio circostante la cittadina di Raffadali presenta testimonianze preistoriche di estremo interesse, che attestano la presenza di una comunità all'inizio dell'età neolitica (4.000 a.C.) Sul Monte Guastamella, un cono di roccia gessosa alto 602 metri ,si possono ammirare alcune grotte e tombe preistoriche oltre ai resti di un castello arabo. Questa fortezza, utilizzata dai Musulmani come luogo di deportazione, tenne prigioniero per ben tre volte in periodi successivi il vescovo di Agrigento Ursone per poi essere distrutta da Federico II di Svevia tra il 1221 e il 1232 dopo avere ivi sconfitto gli Arabi. Della fortezza non rimangono che poche rovine. Sul Montagna di Pietra Rossa è posta una necropoli risalente al periodo neolitico(4000 a.C.) e caratterizzata da tombe a forno. Una necropoli preistorica sorge a qualche chilometro dal centro abitato, vicino la S.S. 118 detta Corleonese Agrigentina, precisamente sulla Montagna di Busonè, si trovano numerose tombe a forno e due grandi tombe a camera che, al momento del ritrovamento, contenevano frammenti di oggetti costruiti in pietra e ceramica. Leggenda vuole che ogni sette anni, a mezza notte, la montagna si apra mostrando ricchezze di ogni genere e monete d'oro. Nel 1967, in seguito ad una campagna di scavi furono rinvenuti, dentro pozzetti nei pressi delle sepolture a grotticella, due piccoli idoli risalenti all'Eneolitico antico. Le due statuette, ricavate da pietre fluviali, sono le cosiddette 'Veneri di Busonè' e rappresentano la Gran Dea Madre della Fecondità e della Terra, il che dimostra che il loro culto era diffuso in Sicilia fin dall'età dei metalli. A circa tre chilometri a ovest da Raffadali, sul Colle Palombara, un gruppo di speleologi ha trovato, alla fine di uno stretto cunicolo, una grotta con stalattiti e al suolo ossa calcificate e cocci fittili della Facies Castellucciana. Il territorio intorno a Raffadali del resto, sino agli anni '50 era costellato di grotte, alcune di grandi dimensioni, oggi quasi del tutto scomparse. A nord del paese, in contrada Torrevecchia sono presenti numerose tracce di un antico abitato dove sono stati portati alla luce cocciame vario, macine, lucerne, monete e monili. Numerosi insigni studiosi hanno identificato in Terravecchia la Statione Pitiniana, che serviva ai romani per rifornirsi di viveri durante le imprese belliche e che sorgeva a nove miglia da Agrigento. Sul monte Grotticelle sono state rinvenute una necropoli romano-bizantina, formata da numerose tombe scavate nella roccia, Qui è stato ritrovato un sarcofago di età romana di notevole interesse artistico e archeologico rappresentante il ratto di Proserpina.
Una necropoli di tutto rispetto del periodo tardo romano-bizantino (III-IV sec. d.C.) con tombe ad arcosolio e a loculo, scavate nella parete verticale, si trova invece sul monte Grotticelle dove sono emerse anche alcune tracce di costruzioni appartenenti forse all'antica Erbesso, mitico granaio dei romani. A Grotticelle è stato ritrovato un sarcofago di età romana di notevole interesse artistico e archeologico rappresentante il ratto di Proserpina. Vicino il centro abitato, in contrada Buagimi si trovano i resti della piazzaforte saracena di Bugamo, espugnata da Roberto il Guiscardo nel 1064. Sempre del periodo arabo è la Rocca di Guastanella, che consiste in una fortezza montana in parte costruita in muratura e in parte scavata nella roccia.
Tutti i reperti sono oggi conservati nel Museo Archeologico di Agrigento.