Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Ingresso di uno degli heroa con pinakes e naiskoi
Dalla chiesa del Carmine si può adesso andare a scoprire alcune tra le vestigia pù antiche di Noto Antica, risalenti all'epoca greca: gli heroa. Per raggiungerli occorre seguire un sinuoso sentiero che si diparte dal caseggiato accanto alla chiesa del Carmine e scende giù verso la vallata. La discesa non presenta particolari difficoltà ma è un po' ripida. Inoltre anche per questo sentiero le indicazioni sono state a più riprese messe e rimosse. Senza indicazioni precise o una guida trovare gli heroa può risultare piuttosto difficoltoso a causa della loro posizione. Della storia di Noto in età classica in realtà non si conosce molto. Si sa con certezza che la città ha avuto una fase di vita anche in epoca greca ed in epoca romana. Alcuni studiosi hanno voluto vedere in Noto l'antica città di Ducezio, l'aristocratico siculo ribelle del V sec. a.C.
Scendendo il sentiero si incontreranno due larghi grottoni dalle pareti lisce e dalla forma rettangolare. L'archeologo Paolo Orsi agli inizi del novecento li identificò come "heroa" cioè luoghi dedicati al culto degli antenati defunti come era uso in epoca ellenistica. Le pareti dei due grottoni comunicanti sono costellate da decine e decine di nicchie di forma rettangolare. Si tratta dei pinakes. Nelle nicchie venivano inseriti dei quadretti votivi di terracotta, legno o pietra che ricordavano il defunto. Esplorando con una lampada le due grotte in alcuni punti è ancora possibile scorgere labili decorazioni incise, tracce di affreschi colorati e scritte incise. Un sarcofago fa pensare ad un riutilizzo dei vani nei secoli successivi.
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