Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S. Maria dell'Itria
Via Itria, 5
La chiesa di S. Maria dell'Itria, ad aula con catino absidale ricurvo, scandita da lesene con capitelli compositi, conserva nella volta eleganti decorazioni in stucco di gusto neoclassico, mentre attualmente estirpato, in attesa di restauro, è il pavimento a piastrelle smaltate, col blasone dei Lucchesi Palli (1836). Nell'abside un caratteristico gruppo scultoreo cinquecentesco in legno, vistosamente ridipinto, ma un tempo «addorato e toccato tuffo di mistura a vari colori» (Testa), ripropone la iconografia orientale della Madonna Odigitria, secondo stilemi rinascimentali locali di gusto popolareggiante. Più pregevole è la base che fa da piedistallo al gruppo, in legno intagliato a bassorilievo, con storiette sacre scandite da archetti a tuffo sesto, probabilmente di diversa provenienza. Due tele tardo barocche si trovano nella chiesina: un S. Michele Arcangelo siglato R11771 e una S. Fara, riproponenti schemi classicistico-barocchi a opera di pittori locali, mentre una buona scultura tardo seicentesca è rappresentata dal Crocifisso nero, oggetto di particolare devozione; infine dignitosa opera di arfigianato locale sono il Cristo portacroce dei prolifico scultore locale Michele Caltagirone, detto Ouarantino, e a statua ottocentesca dei S. Luigi, nella stanzetta adiacente. Le chiese anzidette posseggono un discreto patrimonio di argenterie sacre, reliquiari, aureole, calici, ostensori, ecc. - dei secoli XXVII-XIX - oggi custodite alla Matrice, che si attestano come prodotti delle rinomate officine palermitane, recando in molti casi il punzone dei Consolato degli argentieri di Palermo. Di gusto tipicamente barocco è il calice con marchio di Palermo, ornato da testine di cherubini e foglioline a sbalzo, e di linea molto elegante l'altro calice seicentesco a semplici baccellature, mentre opera dell'argentiere palermitano Giovanni Duro (sigla GD) è l'ostensorio datato al 1742, che stempera in una decorazione appiattita e rada il martellante decorativismo barocco dei secolo precedente. Altri pezzi privi di marchi - un calice, una pisside e un ostensorio - rispecchiano i successivi stilemi dei barocchettorococò, caratterizzato da motivi titomorfi asimmetrici mossi da andamenti avvitanti. lo stile neoclassico è rappresentato da un appariscente ostensorio con pietre azzurre attorno alla teca, serti di spighe e pampini sulla raggiera, sorretta da un composto angelo che la raccorda al fusto, e dalla navetta dalla lineare decorazione, con sul bado l'iscrizione inerente a Maria SS. dell'Itria e la dala 1830; infine un particolare interesse storico riveste il bastone in argento di S. Calogero con incisa l'iscrizione, che lo attesta come dono di Antonio Lucchesi Palli e della moglie Francesca Pignatelli, di cui vi sono i relativi stemmi incisi (1830 ca.).