Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Le Catacombe di San Giovanni sono tra le più grandi mai esistite in Sicilia e in Italia (bisogna dire che Siracusa è la seconda città italiana dopo Roma ad essere provvista del maggior numero di ipogei sepolcrali di epoca paleocristiana). Esse sono ubicate sotto la Chiesa diroccata di San Giovanni Battista, considerata come il più grande monumento sacro costruito nell'Alto Medioevo assieme alle basiliche bizantine di Ravenna.
Le Catacombe furono costruite nell'epoca di Costantino il Grande e formano uno dei complessi catacombali più interessanti al mondo, sia perchè sono molto più "fitte" delle Catacombe cristiane di Roma, sia perchè formano un vero e proprio "labirinto sotterraneo" (recante le rispettive indicazioni per non far perdere l'orientamento ai turisti che le visitano) colmo di cunicoli (crivellati di sepolcri rettangolari o arcuati alcuni dei quali recanti anche pregevoli affreschi) che partono da un corridoio centrale detto il "decumanus maximus ", che i cristiani ottennero scavando ed ampliando un acquedotto greco, le cui tracce sono visibili nella volta.
Innumerevoli sono i loculi piccoli e grandi sparsi lungo le pareti e sul pavimento.
Dalle gallerie si accede a spazi più grandi a forma quadrata e circolare provviste di un lucernario, che erano le Cripte in cui venivano sepolte le personalità più importanti della città aretusea. Le più importanti di esse sono: la "Rotonda di Marina", la "Rotonda delle Sette Vergini", la "Rotonda di Antiochia", la "Rotonda di Adelfia" e infine la "Rotonda di Eusebio". Nella cosiddetta "Rotonda di Marina" vi era molto probabilmente la tomba in cui vi era sepolto il vescovo Siracosio. Qui vi è conservato il prezioso Sarcofago in pietra in cui riposavano le ossa del Vescovo, ricco di iscrizioni raffiguranti simboli evangelici. Nella "Rotonda delle Sette Vergini" vi sono i resti di numerosi sarcofagi cavati all'interno della stessa roccia calcarea in cui sono scavati i cunicoli delle Catacombe. Questa "Rotonda" ospitava le tombe di una comunità religiosa a cui appartenevano sole donne, che a quei tempi era molto attiva nella città aretusea.
Nella "Rotonda di Antiochia" vi erano forse tombe riservate a personalità importanti della Siracusa bizantina; nelle pareti vi sono una serie di tombe scavate nella roccia di varie forme (rettangolari e arcuate) che circondano un Sarcofago posto al centro della stanza.
La "Rotonda di Adelfia" è nota per un reperto paleocristiano molto importante, il cosiddetto "Sarcofago di Adelfia" del IV° secolo (esposto tuttora nel Museo Archeologico di Siracusa, poco distante da queste Catacombe) che vi conteneva le spoglie di una certa Adelfia, moglie di Valerio Proculo (forse due coniugi facenti parte dell'aristocrazia siracusana di allora).Questo Sarcofago scolpito in epoca bizantina si presenta di ottima fattura ed è ricoperto da splendidi bassorilievi raffiguranti vari episodi appartenenti all'Antico e al Nuovo Testamento. Al centro vi sono ritratti i due coniugi. Sulle pareti della "Rotonda" vi sono notevoli tombe ad arcosolio.
L'ultima "Rotonda" è quella di Eusebio, chiamata così perchè vi venne sepolto il "Papa Eusebio" (seppur per poco tempo).
Questa rotonda è nota a causa di un'iscrizione posta in un sepolcro monumentale sempre ad arcosolio in cui vi era sepolta una certa Euskia (nome tradotto erroneamente in "Eusebio").Questa iscrizione, scoperta nel 1894, riconduce all'antica festività consacrata a "Santa Lucia", poichè in questa epigrafe vi era scritto " Euskia, l'irreprensibile, vissuta buona e pura per 25 anni, morì nella festa della mia Santa Lucia, per la quale non vi ha elogio abbastanza degno; fu cristiana fedele, perfetta, grata al suo marito di molta gratitudine". In poche parole questa certa Euskia (forse moglie di un nobile siracusano) morì proprio nel giorno consacrato alla "Vergine Siracusana" (13 Dicembre). Da questa iscrizione risalente probabilmente all'ultimo periodo di vita dell'Impero Romano di Occidente, possiamo capire quanto il culto e la festa consacrata a "Santa Lucia" fossero importanti sia per i siracusani di allora, sia per i siracusani di oggi.
La Cripta di San Marziano, sotto quel che resta della Navata della Chiesa di San Giovanni Battista, è stata ricavata all'interno di una piccola cava di estrazione di epoca greca che divenne in epoca tardo greca un'attiva officina in cui lavoravano alcuni vasai e ceramoplasti.
In epoca romana venne trasformato in una cosiddetta "Chiesa clandestina" in cui i Cristiani siracusani si nascondevano dai Romani e nel frattempo veniva celebrato il "Rito dell'Eucarestia".
Bisogna sapere che all'interno di quest'ipogeo venne a predicare anche "San Paolo" durante il suo soggiorno a Siracusa.
Nel 68 d.C. in questa cripta venne sepolto il corpo di "San Marziano" primo Vescovo di Siracusa lapidato nel 68 d.C. poichè era cristiano. Probabilmente il corpo del "Santo" venne dato alle fiamme durante le invasioni arabe e parte delle sue Reliquie vennero inviate a Gaeta (Provincia di Latina) mentre qualche frammento osseo è conservato nella Cattedrale di Siracusa, nell'Urna reliquiaria di "Santa Lucia".
La Cripta si presenta a pianta quadrata delimitata da poderosi pilastri che sorreggono la volta formando arcate massicce. Dietro l'Altare principale vi è il cosiddetto "Sarcofago di San Marziano" in cui vi erano riposte le spoglie del "Santo Martire".
Le pareti presentano sepolcri arcuati in cui vi erano sepolti altri Cristiani uccisi in epoca romana e anche quel che resta di notevoli affreschi tra cui citiamo nel corridoio principale, l'arcosolio della vergine Deodata con l'affresco di Cristo, della Vergine e dei Santi Pietro e Paolo (affresco detto "Delle due Alessandre").
Infine nelle Catacombe di San Giovanni e nella Cripta di San Marziano non si corre il rischio di rimanere impressionati da scheletri o da mummie poichè sono state intermanete bonificate e tutti i resti umani sono stati sepolti negli ossari delle Chiese barocche di Ortigia (soprattutto la Cattedrale e le Chiese collegate a Monasteri, che hanno veri e propri "Cimiteri" sotto le loro fondamenta).
Gli orari di visita sono i seguenti:
* Tutti i giorni compresi i festivi dalle ore 9.00 alle ore 13.00 e dalle ore 14.30 al tramonto escluso il martedì.