Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa di S. Domenico
Via S. Domenico, 100,
Costruita nella seconda metà dei 1500 nel quartiere fino allora denominato "regione dei Saraceni'. Fu rinnovata nel Settecento come tutte le chiese del Paese, ricalcandone la tipologia baroccha anche se poco resta all'interno dei suoi ricchi arredi. I domenicani si stabilirono a Regalbuto nel 1547 e costruirono il convento e la chiesa intitolata a Maria SS. del Rosario, cambiato nel 1613 in quello di S. Domenico, all'estremità occidentale della dorsale sulla quale si adagia l'abitato. Nel 1750 circa, venne spianata la piazza attuale sulla quale si affacciano le stanze, adorne di stucchi, che furono le celle dei padri e oggi sede della locale stazione dei Carabinieri.
La fabbrica, sviluppata su un impianto ad unica aula, si pensa risalga alla seconda metà del Cinquecento e abbia preso parte al rinnovamento settecentesco della cittadina. Il portale d'ingresso si pone al centro di una composizione movimentata dalla presenza di tre colonne aggettanti che segue un disegno a scatto. Le moderne scialbature e ridipinture eseguite in occasione della sua erezione a parrocchia le hanno fatto perdere l'antica eleganza. Lo scempio fu completato con la rimozione e conseguente sparizione delle pregevoli tele secentesche poste sulle pareti e sugli altari minori, sostituite da statue di santi fatti in serie. Restano alla chiesa, oltre alle tele coi misteri del S. Rosario, collocate un tempo intorno all'edicola dell'altare maggiore, un decoroso sepolcro marmoreo, parzialmente smontato e che ci auguriamo venga presto ripristinato, le statue coi relativi pregevoli bozzetti in legno dorato della Madonna del Rosario con San Domenico e quella di S. Vincenzo Ferreri, opera di Giuseppe Picano (1810), anch'essa orrendamente ridipinta. Il prospetto del convento, che segue la facciata del tempio, è stato parzialmente alterato nei primi anni del Novecento, allorchè divenne sede dell'Arma dei Carabinieri. Attualmente esso funge, nel piano nobile, da canonica per il parroco, mentre nel pianterreno è rimasto il comando dei Carabinieri.