Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Venetico
Via Santa Caterina
Il Castello di Venetico, in provincia di Messina, sovrasta il centro abitato poiché sorge in cima ad una collina, posto a controllo delle vie di comunicazione verso e da Rometta. L'edificio è in contatto visivo diretto con il Castello di Saponara e il paese di Roccavaldina.
Le origini del castello risalgono al XV secolo. All'inizio del XIII sec. il feudo di Venetico fu concesso ai fratelli Simone e Rainero de Venetico, dai quali il borgo prese il nome. Successivamente, nel giugno del 1447, per privilegio di re Alfonso d'Aragona, venne venduto a Corrado Spadafora il quale fece così costruire il castello che a quel tempo assunse una grande importanza anche per la difesa delle coste della Sicilia occidentale dalle incursioni dei pirati.
Si narra che la costruzione fu trasformata in una vera e propria fortezza ad opera dell'architetto Camillo Camilliani. Tuttavia non sono mai stati trovati riscontri negli elementi architettonici né documentazioni a suffragio di tale ipotesi. Nel 1750 l'abate Vito Amico menzionò l'edificio fortificato alla stregua di palazzo baronale degli Spadafora i cui discendenti diretti (da Alessandra Spadafora Principessa di Venetico, di Spadafora S. Martino e di Maletto con Pietro Ascenso Duca di Santa Rosalia) portano i cognomi Monroy e Samonà.
In effetti la zona adibita a residenza costituiva la parte principale della costruzione, includeva ambienti piuttosto ampi ed era localizzata nel lato ovest del complesso architettonico.
Conservatosi in buone condizioni fino all'inizio del XX secolo, fu adibito ad esclusiva residenza privata all'inizio del 1800 dagli Spadafora, dai discendenti Ascenso e dai discendenti Samonà.Nonostante il terremoto del 1908 e i bombardamenti dell'ultima guerra avessero provocato notevoli danni, la struttura venne restaurata nel 1920 da Carmelo Samonà e dalla sorella Caterina e nel 1958-60 da Alberto e Antonio Samonà. Sino al 1969 rappresentava la residenza estiva della famiglia Samonà.
È una costruzione a pianta quadrilatera con torrioni cilindrici agli angoli, nei pressi dei quali si possono notare quelli che un tempo erano gli alloggiamenti dell'artiglieria pesante, feritoie e fori utilizzati per collocarvi moschetti ed archibugi. Vi si accede da sud tramite una scalinata che un tempo culminava con un ponte levatoio, ora scomparso. Si conserva la cinta muraria con due dei torrioni (quelli sul lato ovest) in buono stato di conservazione, insieme a parte dei cammini di ronda. Sul lato nord-ovest sino al 2012 si potevano ancora notare i resti di ampi locali, un tempo adibiti a zona residenziale. Ad est vi erano i resti di un'antica cappella che doveva rappresentare uno degli edifici più importanti di tutto il complesso fortificato.