Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Teatro Vittoria Colonna
Piazza del Popolo, 13
Il teatro è situato nella centrale Piazza del Popolo addossato alla chiesa tardo barocca di Santa Maria delle Grazie che, pur diversa stilisticamente per la sua dinamica, elegante e flessuosa muratura, ben si allinea alla costruzione neoclassica, il cui portico alternato di colonne tuscaniche e ioniche, intercalate in due piani, crea un gioco spaziale dinamico e chiaroscurale che entra perfettamente in sintonia con la chiesa. Il complesso architettonico, arricchito plasticamente da medaglioni e statue, si conclude con un fregio impreziosito da decorazioni e dal gruppo scultoreo di Apollo e La Musa. Il teatro venne progettato nel 1863 e intitolato alla fondatrice della città. L'edificio, ceduto in affitto dalla chiesa al Comune nel 1806, come magazzino per l'ammasso del grano, fu probabilmente utilizzato come teatro dopo il 1818.
Nel 1844, grazie al sindaco Gaetano Leni Spatafora, si pensò di costruire un nuovo teatro visto che quello esistente risultava piccolo e fatiscente.
Architetto progettista del nuovo teatro fu Giuseppe Di Bartolo Morselli da Terranova , mentre direttore dei lavori fu l’ingegnere Giuseppe Mazzarella che, morto il Di Bartolo, completò il teatro, attuando delle modifiche al suo interno e ampliando inoltre, per tutta la larghezza del prospetto, la gradinata di accesso. Dopo varie peripezie, nel 1851 venne scelta, per la costruzione del nuovo teatro, l'area attigua alla Chiesa delle Grazie e il progetto fu affidato all'architetto Giuseppe Di Bartolo Morselli (1815- 1865), che stava già costruendo la cupola moresca della Basilica di San Giovanni Battista.
Dato l'impegno dell'architetto, le autorità borboniche imposero due ingegneri; ma l'inizio della costruzione slittò ulteriormente per i dissidi sulla scelta del luogo. La situazione si sbloccò dopo il 1860, quando venne nuovamente incaricato l'ingegnere-architetto Giuseppe Di Bartolo Morselli, che consegnò il progetto il 24 ottobre 1863.Dopo alterne vicissitudini, fu nominato direttore dei lavori l'ing. Giuseppe Mazzarella che, morto nel frattempo Di Bartolo Morselli, trasformò radicalmente il progetto nelle opere interne, nei materiali, nella volumetria, nei servizi e persino nella facciata, dove aggiunse la gradinata di accesso al precedente prospetto neoclassico conferendo all’equilibrata struttura neoclassica una straordinaria monumentalità.. Finalmente nel 1877 il Teatro fu inaugurato (con la rappresentazione de "La Forza del Destino" di Verdi) col nome di "Vittoria Colonna", nel 1884 venne cambiato con quello di "Vittorio Emanuele" e, infine, nel 1945 in "Teatro Comunale Vittoria Colonna".
Anche la piazza cambiò nome e divenne "Piazza del Popolo". Dopo un'intensa attività teatrale il Teatro alternò periodi di apertura con periodi di chiusura, fino a quando l'11 dicembre 1999 riaprì e venne restituito alla città che ritrovò il suo "gioiello neoclassico" in tutto il suo splendore e in tutta la sua grandezza.
Consultando l'archivio storico di Vittoria, si possono agevolmente ricostruire le vicende che portarono alla costruzione del nuovo teatro. In cinquant'anni si arrivò alla sostituzione del vecchio teatro e ciò testimonia l'amore dei vittoriesi per questa forma di cultura. Dal punto di vista sociale possiamo affermare che la popolazione si è dimostrata molto orgogliosa della realizzazione di un monumento che avrebbe poi rappresentato la sensibilità del vittoriese verso l'arte teatrale, a prescindere da qualunque differenza sociale.
Il Teatro Comunale è considerato un piccolo gioiello d'arte ed uno dei migliori teatri d'Europa. La facciata si divide in due ordini attraverso file di colonne con capitello tuscanico e ionico.Tutte le sculture che decorano il prospetto sono di Corrado Leone, artista non molto noto.
Le opere, partendo dall'alto comprendono:
- gruppo scultoreo centrale con Apollo e Diana che ornano la cima del prospetto;
- statue inserite nelle nicchie: Fauno e Danza;
- nel portico del secondo ordine di colonne vi è una serie di medaglioni in altorilievo raffiguranti:Vittorio Alfieri, Domenico Cimarosa, Dante Alighieri, Vittoria Colonna, Giuseppe Verdi, Vincenzo Bellini e Giovanni Boccaccio.
Il teatro, al suo interno, presenta una sala “a ferro di cavallo” simile nella forma e nella struttura a tante altre dell’Ottocento, esistenti nelle varie città italiane. La sala contiene una platea, tre ordini di palchi e un loggione con una capienza di circa 380 posti. Per le decorazioni , in armonia con l'architettura interna, furono chiamati gli artisti Corrado Leone per le statue e i medaglioni e Giuseppe Mazzone (1838-1880) per le pitture; Cesare Cappellani di Palazzolo Acreide eseguì le indorature. Emanuele Zago di Comiso costruì 160 sedie in ferro. Pasquale Subba da Messina disegnò il sipario e le scenografie. Emanuele La Scala e Salvatore Benvissuto di Vittoria rifinirono a lucido e a stucco il vestibolo. Autore delle varie decorazioni interne, come si è detto, fu Giuseppe Mazzone, il più valido artista dell’Ottocento vittoriese. Entrando, al centro del soffitto del vestibolo, ingresso del Teatro e ambiente antistante la sala teatrale, è dipinta l’Allegoria della musica, mentre negli altri due riquadri laterali troviamo decorazioni allegoriche costituite da statue, reperti archeologici, fogli musicali e poetici, attorno ai quali si svolge una danza e un’orchestrazione musicale, artistica e poetica, dell’inno alla vita e all’arte nelle diverse forme, evidenziata da figure dalla tenera età. Dopo aver percorso il vestibolo si entra nella sala, dove le decorazioni sono sempre del Mazzone.Sulla volta della sala teatrale, animata da decorazioni floreali, intercalate da ritratti di famosi musicisti, scrittori, poeti e commediografi italiani, vi è una rappresentazione figurativa, dalle vivaci tonalità coloristiche, di amorini festeggianti tra ghirlande di fiori e foglie, nastri ornamentali e mantovane, e di due candidi cigni che, posti su una nuvola, completano la decorazione. Le figure ruotano attorno al rosone centrale e nel fregio si trovano i ritratti di:
Verdi, Cimarosa, Marchetti, Alfieri, Mascheroni, Paisiello, Donizetti, Bellini, Rossini, Metastasio e Goldoni.
Ai lati dell'arco scenico sono rappresentati due figure simbolico-teatrali: la Commedia e la Tragedia mentre al centro dell’arco scenico vi è, in altorilievo, l’aquila reggente grappoli d’uva, simbolo della Città di Vittoria. L'indoratura di tutte le cornici della sala, compreso l'arco scenico e parte della platea, nonché la dipintura a vernice dei davanzali dei palchi, delle colonnette e della sala del teatro, furono realizzate dall'ingegnere Cesare Cappellani.
Il teatro comunale vanta un'acustica molto sensibile che non ha nulla da invidiare ai più prestigiosi teatri d'Italia e d'Europa e permette agli attori di recitare anche senza microfono.
L'eccellente acustica è dovuta al rapporto armonico tra palcoscenico, boccascena, palchi e platea e ai materiali usati per la costruzione della volta interna quali: gesso, legno, canapa, canne...
Nel 2005
è stato dichiarato "Monumento Portatore di una cultura di Pace" da parte dell'UNESCO.
Il Ridotto del Teatro è oggi sede permanente delle opere pittoriche dell’artista vittoriese Natale Barone.