Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Casale ed Ex-Chiesa di Santa Eufemia
Nel territorio di Lascari, a poca distanza dall'attuale centro urbano, è presente un caseggiato, costruito in epoca basso medievale, che costituisce uno dei più antichi esempi della presenza costante dell'uomo nel lascarese. Questo caseggiato fortificato, intitolato a Santa Eufemia di Calcedonia, era costituito da un'abitazione residenziale, da una Chiesa di modeste dimensioni, forse già esistente e da un feudo con un orto e una vigna. Non si conosce la data di costruzione precisa del manufatto architettonico, ma secondo un tabulario della Diocesi di Cefalù risalente al 1268, la Chiesa di Sant'Eufemia era già presente nel territorio, a quei tempi del paese di Gratteri, e doveva a quella cefaludese la decima del mosto che ivi si produceva; perciò probabilmente il Casale sorse tra il XII e il XIII secolo.
Il Complesso divenne, in seguito, la residenza estiva dei Re di Sicilia, e in particolare dei sovrani appartenenti alla dinastia Aragonese, che fecero della vicina Cefalù, la sede della loro corte. La presenza di Federico III d'Aragona, Re di Trinacria (1273-1337; cronologicamente secondo nel nome tra i sovrani di Sicilia) nella fortezza, è testimoniata dalla presenza di una lapide inserita sul davanzale dell'antica chiesa parrocchiale con su scritto: "Hic locus fuit deliciae Federici Secundi Regis", "Questo luogo fu la delizia del re Federico II". Questa iscrizione è motivata dal fatto che attiguo al feudo vi era anticamente un boschetto ricco di selvaggina, in cui i sovrani solevano cacciare, corrispondente oggi all'attuale Contrada Boschetto.
Risiedettero anche in questo luogo il re Federico IV il Semplice e la sorella e Vicaria del regno, la principessa Eufemia d'Aragona, Abadessa di Messina, che secondo la tradizione morì effettivamente in questo Casale, il 28 febbraio 1359. La tradizione vuole anche che la denominazione del complesso sia stata affibbiata, in memoria di quest'ultima, anche se tuttavia questa ipotesi può essere parzialmente scartata poiché sin dal Duecento, la Chiesa del Casale era già intitolata alla sopracitata martire calcedoniana. Dando per vero quanto ci è stato tramandato dagli antichi, è probabile che il Casale e la Chiesa costituissero due corpi separati e che in seguito quest'ultima fu annessa al complesso, allargando la dedicazione dell'intero caseggiato alla Santa, in onore e memoria della Vicaria Aragonese. Per favorire agli abitanti gratteresi che vivevano in Contrada "Li Grutti" la partecipazione alla Santa Messa, il Vescovo Matteo Orlando, su richiesta di Don Gaetano Ventimiglia, elevò la suddetta chiesa a Parrocchia con un documento datato al 26 febbraio 1693.
Dopo essere stato dominio degli Aragona, il complesso passò sotto il controllo dei Ventimiglia ma oggi è, tuttavia, proprietà di privati.