Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello dei Luna
Via Conte Luna, 53
Detto anche Castel Nuovo fu costruito nel 1393 da Guglielmo Peralta, sposo di quella Eleonora d'Aragona il cui busto famoso, scolpito 62 anni dopo la sua morte da Francesco Laurana, ornò un tempo la tomba di lei ed ora si ammira nel Museo di Palermo.
I Luna (ai quali pervenne dai Peralta) vi si trincerarono per combattere gli odiati nemici, i Perollo, proprietari dell'altro munito castello chiamato Castel Vecchio, del quale rimangono soltanto pochi ruderi. I sanguinosi episodi di queste acerrime lotte tra le due famiglie più illustri del luogo, durate molti anni, passarono alla storia come i casi di Sciacca ed ebbero origine dall'odio di Giovanni Perollo, perdutamente innamorato della bella Margherita Peralta, per Artale conte di Luna il quale, per volere di re Martino, l'ebbe in isposa. La storia funesta ha inizio con la morte di Nicolo Peralta nel 1399, il quale lasciò tutori delle sue figlie, Giovanna, Margherita e Costanza, ben sette illustri personaggi, primo dei quali re Martino. Questi, morto Nicolo, si recò a Sciacca insediandosi da padrone nel castello e quale tutore principale decise, per ragioni di stato, di dare Margherita in moglie ad Artale di Luna, fratello della propria madre, e nel 1400 le nozze vennero solennemente celebrate nel castello alla presenza del re. L'odio di Giovanni Perollo, di antica nobiltà siciliana, per il rivale catalano, fu anche un odio di razza che nulla potè spegnere e si tramandò, per lunghi anni, di padre in figlio. Alla morte del conte Artale, nel 1412, seguì, nel 1418, anche quella del Perollo, ma i loro figli Pietro Perollo e Antonio Luna ereditarono il triste retaggio e i due castelli continuarono ad essere muti testimoni di lotte ed intrighi funesti. Il 1 aprile 1459, durante la processione della tradizionale festa pasquale la sacra spina, Pietro aggredì il nemico e credutolo morto fuggì nascondendosi in luogo sicuro. Il Luna appena rimesso dalle ferite, ansioso di vendetta non riuscendo a trovare il suo aggressore sfogò la sua ira sui parenti e amici di lui uccidendone più di cento. Dopo questa tremenda strage, definita il primo caso di Sciacca, venne inflitto l'esilio ad entrambi i nemici. In seguito essi vennero graziati e costretti da re Giovanni a far pace (1460).
Per più di mezzo secolo regnò nel castello ed in tutta la città una pace apparente che non era però nel cuore di quegli uomini, ormai troppo avvelenati da profondi rancori, e che fu rotta dai figli quando nel 1529 Sigismondo Luna, che avea sposato Luisa Salviati figlia di Jacopo e di Lucrezia dei Medici, deciso a finirla col provocante avversario Giacomo Perollo, attaccò con i suoi fidi il castello vecchio e dopo aspra e lunga lotta riuscì ad espugnarlo. Il Perollo fuggì ma raggiunto venne ucciso ed il cadavere, legato alla coda di un cavallo, trascinato a lungo ed abbandonato poi sulla via, trovò pietosa sepoltura nella tomba di famiglia. Tragico episodio detto il secondo caso di Sciacca. In seguito alle atrocità commesse, Sigismondo fu posto al bando e si vuole che recatesi a Roma ed avendo avuta negata la grazia, si uccise gettandosi nel Tevere. Tutti i beni dei Luna furono confiscati e quando ai figli di Sigismondo venne restituito il castello di Caltabellotta questo di Sciacca rimase al Demanio. I terremoti del 1727 e 1740 lo scossero fortemente. Quello del 1740 fece crollare le volte della torre quadrata e vi aprì larghe fenditure. Nel 1855, il cantonale di tramontana crolla.
Nel 1867, l? 'amministrazione civica, timorosa di altri crolli, anzichè consolidarlo, demolisce le parti restanti lasciando della torre mastra solo le fondamenta. Nel 1977 si da inizio al restauro del castello ad opera degli architetti R. Calandra, G Gangemi e R. La Franca Notizie storiche: 1099 - castellum - Pirro 1733,1, p. 696 (la notizia si riferisce al castello vecchio; cfr. inoltre Maurici 1993, p. 69). 1150 ca. - abitato, porto e vasto iqlim -Idrisi, Amari 1880-81, pp. 77-78. 1186 - castellum - Cusa 1868-82, p. 670 (si tratta del castello vecchio). 1274 -1281 - castello demaniale - Sthamer 1914, p. 66 (si tratta del castello vecchio). 1358 - Sciacca è ricordata come terra e castello; il re nomina G. Peralta, capitano e Arnaldo de Blancaforte, castellano - Cosentino 1886, p. 455 (si tratta del castello vecchio). 1380 ca. - costruzione del castello nuovo (o Luna) da parte di Guglielmo Peralta - Scaturro 1925-26, p. 496. 1398 - prese possesso del castello nuovo Artale de Luna - Carita 1982, p. 118. XV - XIX - castello demaniale. Descrizione: Del castello oggi rimane la cinta delle mura che ci tramandano soltanto il fosco ricordo della sua antica potenza. Resti fuori terra visibili consentono una lettura ricostruttiva generale dell'impianto. Il castello è situato nella parte alta nord-est della citta di Sciacca, sul limite esterno della antica cinta muraria; da questa parte esso domina ancora la vallata, che si apre ampia e profonda subito dopo la circonvallazione che costeggia le mura; da qui e possibile scorgere la costa. Dalla parte di ponente risulta quasi completamente inglobato in superfetazioni edilizie, poste tra le sue mura e la strada. La struttura è edificata direttamente sulla roccia e presenta una cinta fortemente irregolare a causa della topografia tormentata del sito. La torre mastra si elevava a nord-ovest; di essa sono sopravvissute le parti basamentali. Le torri di cortina presentano varie piante e sono più o meno aggettanti rispetto alle mura. Una torre cilindrica a sud fuoriesce prepotentemente dalla cortina, oggi in gran parte crollata; sul lato est si trovano una torre semicilindrica ouverte a la gorge e una torre a sperone; a nord-est si erge una torre quadrangolare; un'altra torre a sperone si trova ad ovest. Le mura perimetrali presentano spessore di m 2,10; esse erano fornite di cammino di ronda e merlatura in parte conservati. All'interno del vasto spazio cintato si trovano resti di edifici, cisterne e silos. Proprieta attuale: demanio Regionale. Uso attuale: spazio adibito ad attività teatrali.