Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Venere
Largo Castello
Il Castello di Venere sorge su una rupe isolata nell'angolo sud-orientale della vetta sulle rovine del tempio di Venere Ericina, dea della fecondità,particolarmente venerata nell'antichità. L'importanza del santuario prima e del castello dopo fu sempre rilevante, tanto che secondo un'antica leggenda raccolta da Diodoro Siculo (I sec. a.C.), lo stesso Dedalo vi avrebbe costruito un ponte in muratura. A belvedere sul mare e sulla pianura sottostante, il castello risale nella sua foggia attuale al periodo normanno (XII sec., ante 1185). In epoca normanna il tempio era ormai diroccato. Intorno al 1150 circa, Idrisi così descrive Erice, chiamata in arabo Gabal Hamid: "E' montagna enorme, di superba cima e d'alti pinnacoli, difendevole, ripida; ma al sommo di essa stendesi un terreno pianeggiante da seminare, abbonda d'acqua. Havvi una fortezza che non si custodisce nè alcuno vi bada"- Idrisi, in Amari 1880-81,1, p. 80. Al suo posto venne decisa la costruzione di una fortezza, cinta da possenti mura e protetta dalla sua posizione e dalle più avanzate Torri del Balio, un tempo collegate al castello tramite un ponte levatoio, menzionato dal viaggiatore arabo-spagnolo Ibn Giubayr, intorno al 1185. "Sulla rupe è un fortilizio dei Rum al quale si passa dalla montagna per un ponte ... La salita è agevole da un lato soltanto; e però pensano i Cristiani che da questo monte dipenda, se Dio vuole, il conquisto dell'isola e non v'e modo che vi lascino salire un musulmano. Per lo stesso motive hanno munito benissimo questo formidabile fortilizio. Al primo romor di pericoli, vi metterebbero in salvo le donne; taglierebbero il ponte ed un gran fosso li separerebbe da chi si trovasse nella contigua sommità del monte" - Ibn Giubayr, in Amari 1880-81,1, p. 166. Il carattere difensivo è ancora testimoniato dal piombatoio sopra il portone d'ingresso arricchito dallo stemma degli Asburgo di Spagna, tangibile segno del loro passaggio, e da una bella bifora sulla quale sporge una caditoia di lastroni calcarei: questi ultimi elementi potrebbero essere, almeno in parte, frutto di restauri ottocenteschi, cosi come le merlature ghibelline. Il 'castello di Venere' consta di una vasta cinta muraria di perimetro irregolare, adattata alia topografia del sito. Il complesso edilizio principale sorge sul lato della cinta che guarda verso il centro abitato; altri ambienti di destinazione incerta si aprono sulla corte centrale. Scavi degli anni '30 hanno messo in luce i resti di una chiesetta. Lo sguardo spazia tutt'intorno offrendo viste superbe su Trapani e sulle isole Egadi a sud-ovest e, a nord, sulle torri, la torretta Pepoli (in basso), la Chiesa di S. Giovanni, il Monte Cofano, la costa con Bonagia e, se c'è bel bel tempo, Ustica. Proprietà attuale: pubblica (Comune); visitabile.