Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa San Giovanni Battista
L'esistenza della chiesa è attestabile storicamente dal XVI secolo ed ipotizzarla già nel XV secolo nel quale l'abitato assume una sua fisionomia ben precisa. Nell'arco di due secoli (Ottocento e Novecento), la chiesa di S. Giovanni, forte della notevole espansione urbanistica dell'omonimo quartiere e di altri sempre nella parte alta del paese, viene ingrandita e completata all'esterno con l'imponente facciata e con la scenografica scalinata, assumendo l'aspetto che ancora oggi conserva. Inoltre la chiesa rivendica sempre più le sue aspettative di autonomia, che poi sono quelle di un intero quartiere, che vengono legittimate dalle autorità ecclesiastiche a cui non resta che prendere atto della situazione e conferire lo status di parrocchia alla chiesa. Nel 1808 l'abate Paolo Balsamo, nei suoi appunti di viaggio, passando per Monterosso, cita la chiesa di S. Giovanni Battista: "Monterosso...si estende sottilmente lungo la cresta di un monte e rimirata dal campanile di S. Giovanni.. .par di seder nel foco di una nobile ellisse formata dalla catena di altri monti di un'altezza molto considerevole". La chiesa a quell'epoca amministrava molte terre da cui traeva i proventi per le necessità materiali, per l'amministrazione e anche per commissionare opere ed eseguire lavori. Nel 1827 Giovanni Platania firma un contratto per la costruzione del nuovo organo a tuono.
Ma è nella seconda metà dell' Ottocento, che si compie il salto di qualità che porterà la chiesa, sebbene attraverso un iter travagliato, ad assumere le dimensioni e la forma attuali. Il 27 novembre del 1872, alla presenza del notaio Milito, gli amministratori della chiesa danno in appalto al capomastro Orazio Amore da Modica la costruzione del prospetto principale della chiesa e dello spiazzo antistante, su disegno e pianta topografica redatti dall'ingegnere Gioacchino Majelli da Siracusa, mentre al monterossano ingegnere Francesco Meli viene affidata la direzione dei lavori. Forse è in questa occasione che con scientifica precisione si orienta la facciata ad est, in modo tale che nella ricorrenza della natività del Battista, il 24 giugno di ogni anno, alle ore 6:30 del mattino un raggio di sole, entrando dal portone principale, illumini tutto il corridoio della navata centrale e vada a colpire esattamente il simulacro di S. Giovanni, posto sull'altare maggiore. Qualche anno dopo si diede mano agli stucchi, all'interno della chiesa, ad opera di Carmelo Fantauzzo di Vincenzo, da Grammichele, che però non furono del tutto completati, infatti le cappelle di S. Giuseppe e delle Anime del Purgatorio rimasero spoglie.
Particolarmente interessante è la croce di Malta che si trova, messa in bella evidenza, al centro dell' arcata sotto la cantoria, dove prima c'era l'organo. Quello che sembra un semplice fregio ornamentale in realtà potrebbe indicare l'appartenenza della chiesa ad una Commenda dell'Ordine dei Cavalieri di Malta ossia di S. Giovanni Gerosolomitano. La presenza della croce di Malta, potrebbe essere stata voluta da un notabile del posto avente qualche relazione con l'Ordine e fattosi seppellire dentro la chiesa. Agli inizi del Novecento fu costruito l'ampio sagrato davanti alla facciata della chiesa, adoperando la tecnica delle putrelle con gesso e scaglie. Nel 1916 fu costruito l'artistico pulpito ligneo, per devozione del possidente don Gennaro Cocuzza e del popolo monterossano e opera di un esperto ebanista locale, Raffaele Di Giacomo. Verso la fine degli anni trenta alla fine del primo ordine della facciata furono collocate le statue del Battista, degli apostoli Pietro e Paolo e degli angeli sotto la croce, per devozione del possidente don Antonino Cocuzza. Nello stesso periodo vi furono costruite le porte laterali, per devozione del signor Sebastiano Scollo e opera dell'artigiano Giovanni Stella di Monterosso Almo.
All'esterno la chiesa ha una facciata a forma piramidale, che raggiunge i ventidue metri d’altezza e funge anche da campanile. Nella sua parte più alta è sistemato un orologio meccanico della fine del XIX' secolo. Il prospetto della facciata è arricchito da coloni con capitelli ionici nel I° ordine e corinzi negli altri due, oltre che dalle statue esterne. Lo stile di questa chiesa non è ben definito in quanto ci sono elementi che vanno dal rinascimentale al barocco, al neoclassico e al liberty. La chiesa infatti non è stata completata e decorata tutta nello stesso periodo, ma in epoche diverse e gli stili architettonici seguono i gusti in voga nei vari periodi di costruzione.
La chiesa è a tre navate: quella centrale la volta a botte, mentre le navate laterali hanno volte a cupola sostenute da pilastri che, attraverso arcate tutto a sesto, mettono in comunicazione queste navate con quella centrale. Sopra l'ingresso principale c'è la cantoria era l'organo ora ridotto alla sola struttura esterna. Ai lati del presbiterio ci sono degli scanni di legno dell'inizio del XX' secolo e al di sopra c'è una cupola bassa con un lucernario. Sia la cupola del presbiterio che quelle delle navate laterali sono decorate con stucchi a forma di petali di margherite. Tutta la chiesa comunque è riccamente decorata ogni sua parte con stucchi a basso e ad alto rilievo. Di particolare pregio ed effetto scenico è la volta della navata centrale, decorata con stucchi a rilievo che raffigurano gli episodi più significativi della vita di S. Giovanni Battista. L'impianto di illuminazione con la maestosa ninfa centrale, a 162 fuochi in cristallo di Murano, sono doni del comm. Paolo Mirabella. Negli anni Sessanta furono costruiti i primi banchi ad opera dell'artigiano locale Gaetano Di Salvo, anche questi a spese dei fedeli. In questa chiesa, oltre all'altare maggiore, dove è custodita la statua del Battista, ci sono sul lato destro l'altare di S. Lucia, la cappella della Madonna di Pompei e l'altare di S. Francesco di Paola; sul lato sinistro l'altare di S. Rita da Cascia, la Cappella delle Anime del Purgatorio e l'altare di San Filippo Neri e San Gaetano.
Nelle due navate laterali, a destra la cappella del Sacro Cuore e a sinistra la cappella di S. Giuseppe. Tra le statue di valore si hanno quella del titolare della chiesa, di stile barocco, così come il fercolo; la statua di S. Giuseppe in legno, di stile settecentesco. Si hanno inoltre una statua dell'Immacolata del XVII°sec.; una pregevolissima statuetta di alabastro della Madonna Assunta, del secolo XVI, un piccolo Crocifisso in legno del XVIII' sec. di grande valore artistico. Nella chiesa si conservano alcune tele importanti e raffiguranti Maria Maddalena, il battesimo di Gesù, di autore ignoto, mentre S. Biagio e S. Agata sono state realizzate da Gaetano Distefano di Chiaramonte Gulfi e S. Francesco di Paola, nel 1791, da Vincenzo Cutello, anch'esso di Chiaramonte.