Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa Madre di San Giuseppe
La nascita della chiesa primitiva, intitolata a San Giuseppe, si colloca nel 1894. Sorse sull’omonima piazza voluta nel 1908 da don Luigi Sturzo, nella contrada “Poggio di Mezzo”, poi località “Piano Chiesa, insistente sull’ex feudo Mazzarrone. Gli arredi sacri della chiesetta erano essenziali, il più interessante dei quali era la tela della Sacra Famiglia, oggi posta nel Centro parrocchiale culturale “Luigi Sturzo”.
La chiesa San Giuseppe venne eretta a parrocchia il 29 luglio del 1908, dal vescovo mons. Damaso Pio De Bono, dietro proposta della municipalità di Caltagirone di cui don Luigi Sturzo era pro-sindaco e presidente del Consiglio.
La prima parrocchia di Mazzarrone s’innesta in un’antica chiesetta rurale, costruita nel 1537, con la funzione di polarizzatore territoriale. La chiesa, intitolata prima a San Giacomo e dopo a Maria Santissima di Conadomini, più comunemente denominata “chiesa della Gabella”, insisteva all’interno dell’omonima torre, nell’antica baronia di Camopietro, possedimento della città di Caltagirone, in seguito incamerato da Ramacca. Sulla chiesa della Gabella venne fondato un beneficio ecclesiastico di giuspatronato laicale, per la nomina dei canonici. La chiesa contava un ricco patrimonio artistico; un cimelio rappresentato da una pisside del 1588 si trova custodito presso il Museo Civico di Caltagirone.
La crisi, con i diffusi fenomeni di abbandono delle campagne, coinvolse anche la “Gabella”; mentre le terre di Mazzarrone si popolavano sempre più. Ecco perché, per l’interessamento di don Luigi Sturzo il beneficio parrocchiale venne trasferito dalla chiesa cosiddetta della “Gabella” nella chiesa San Giuseppe, con la differenza che mentre il curato della chiesa della Gabella, il quale esercitava il suo ministero ad instar parochi, cioè a modo di parroco, non poteva assistere ai matrimoni, tale restrizione non si ebbe per la parrocchia San Giuseppe.
La chiesa risultava però stretta ed angusta, per cui gli abitanti di Mazzarrone sentirono l’esigenza di costruirne una più grande, nella medesima piazza, a pochi metri l’una dall’altra. Assunsero, pertanto, autonomamente la determinazione di costruire una nuova chiesa ed intrapresero i lavori a proprie spese senza un progetto tecnico ed un preventivo finanziario. I lavori iniziati nel 1910, sospesi durante la I guerra mondiale, vennero completati da una società edile lombarda nel 1933.
La chiesa si eleva su un piano rialzato, preceduta da gradinate su tre rampe, contornate da una ringhiera artistica. Il portale d’ingresso è sormontato da una cornice con arco a tutto sesto e da un architrave di tipo lineare. Il prospetto della facciata, riprende lo stile neo-romanico; è ad un solo ordine architettonico, racchiuso da due grandi lesene in pietra arenaria, collegate da un timpano decorato da beccatelli. In posizione centrale un rosone con una vetrata artistica e la statua di San Giuseppe in pietra bianca di limeston della Turchia, collocati a seguito dei restauri effettuati nell’anno 2008, in occasione del centenario dell’erezione della parrocchia.
Sul campanile annesso alla chiesa quattro campane fra le quali la campana storica del Senato civico di Caltagirone, rifusa a seguito del funesto terremoto del 1693, e la campana dedicata a San Michele (1741) proveniente dalla chiesa rurale della Gabella.
L’interno è ad unica navata. Le due pareti mostrano le statue di gesso di Santa Lucia, del Sacro Cuore di Gesù e del Cristo Morto del 1954 e quelle di legno di San Giuseppe, del Cristo Risorto (la cui edicola è decorata da un mosaico raffigurante
la Resurrezione ), della Madonna (posta accanto al Cristo Risorto) e dell’Addolorata del 1974.
All’interno della chiesa è stata di recente (29 luglio 2009) collocata la lapide che ricorda i sacerdoti che hanno operato nella parrocchia in un secolo: don Emanuele Di Vita (1° parroco dal 1910 al 1938), don Pasquale Di Bartolo (vicario economo dal 1938 al 1945), don Aurelio Di Natale (vicario economo dal 1945 al 1948 e 2° parroco dal 1948 al 1952), don Filippo Maria Quinci (3° parroco dal 1952 al 1962), don Francesco Ranno (4° parroco dal 1962 al 1978), don Santo Galesi (5° parroco dal 1979 al 2000), don Giacomo Gerbino (6° parroco dal 2000 al 2006) e don Sebastiano Di Benedetto (7° parroco dal 2006 al 2008 e a tutt’oggi).