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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





La necropoli della città si estendeva, come si è detto, in un'area, relativamente limitata, a sud e a sudovest della città, con uno sviluppo che si è rilevato più che in estensione, in stratificazioni sovrapposte con frequente riuso e riadattamento delle tombe più antiche.
Di tale necropoli, nei due ampi settori messi in luce, gli scavi hanno rilevato l'esistenza di tombe tipologicamente e cronologicamente distinguibili in tombe a camera ipogeica (per la maggior parte riferibili al VI-V sec. a.C.), tombe a cassa con pareti costruite in blocchetti di marna, e infine semplici sepolture terragne, spesso stratigraficamente sovrapposte alle tombe più antiche (databili nel IV e nella prima metà del III sec. a.C.).
Dei due settori di necropoli lasciati in vista, quello immediatamente a nord dell'Antiquariura comprende la nota tomba monumentale - già conosciuta alla fine del secolo scorso localmente detta tomba della Regina , risalente al VI-V sec. a.C.; di grande rilievo dal punto di vista costruttivo, essa è certamente tra le più interessanti tombe a camera della Sicilia. 2 costruita in conci squadrati di tufo che definiscono una camera ipogeica di m 2.20 x m 1.50, con copertura a falsa volta ed apertura preceduta da un breve dromos con accesso a pozzetto.
Al momento della scoperta nel 1885, pare che si rinvenisse un corredo con vasi di bronzo e vasi fittili verniciati e figurati che purtroppo andarono dispersi.
Quasi a corona attorno all'ingresso della tomba monumentale, sono altre tombe di minori dimensioni, costruite in pietrelle marnose.
L'altro settore di necropoli monumentale é nell'area attigua, immediatamente a ovest dell'attuale stradina che conduce all'antica porta di accesso alla città. Di particolare rilievo è anche la grande tomba ipogeica a pianta rettangolare a doppia camera sepolcrale, ciascuna con ingresso a sud: anche questa tomba era preceduta da breve dromos con accesso a pozzetto.
All'interno si rinvennero due vasi cinerari dei quali uno è la splendida idria attica a figure rosse, con scena nuziale di significato funerario, esposta al Museo Archeologico Regionale di Agrigento insieme al resto del corredo di cui si segnalano la padella bronzea con manico configurato kouros e la brocchetta in bronzo di produzione etrusca.
Le campagne di scavo più recenti (dal 1985 al 1989) hanno arricchito le nostre conoscenze sulla necropoli di Monte Adranone rivelando un'articolata sequenza di sepolture, sia cameretta ipogeica che a cassa in pietrame, con e senza sarcofagi litici o fittili, e soprattutto, con una particolare ricchezza di corredi con significativi esemplari di ceramica attica di produzione indigena e di suppellettili di bronzo.