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Chiesa Madre - Bivona
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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?

(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)



Chiesa Madre - Bivona

Chiesa Madre - Bivona




Situata nella piazza Damaso Pio De Bono (ex piazza Madrice) nel cuore del centro cittadino bivonese, in origine era la Chiesa del Collegio dei Gesuiti che la edificarono nel XVII secolo, ma è solo dal 1781 che la Chiesa Mater Salvatoris ricopre il ruolo di Chiesa Madre: in tempi più remoti, infatti, questo ruolo era assegnato alla “Antica Matrice Chiaramontana", di cui oggi rimane lo splendido portale. L’edificio attuale era dunque un collegio gestito dai Gesuiti, e comprendeva anche i locali che adesso sono occupati dagli uffici comunali. In seguito, a causa dello stato di deterioramento della vecchia matrice e data la sua lontananza dal centro cittadino, venne stabilita l’elevazione della Chiesa dell’ex collegio dei gesuiti a Chiesa Madre. Furono così trasferite molte opere artistiche di grande valore che dovevano adeguare la Chiesa al ruolo attribuito, e venne interamente riorganizzata la sistemazione delle cappelle.
Oggi la Chiesa Madre consta di un’unica navata, coperta da volte a botte e intersecata da tre paia di cappelle simmetriche laterali. La prima cappella di sinistra ospita un quadro del 1676 raffigurante S. Francesco Saverio e S. Ignazio, che tiene in mano le Regole della compagnia; la seconda è dedicata all’Immacolata Concezione, ed ospita una statua che prima del 1807 (circa) si trovava nella Chiesa di S.Francesco in Madrice a Prizzi; nella terza cappella invece si trova una statua dell’Addolorata, una del Cristo con la Croce (che viene portata in processione il giovedì e venerdì Santo) ed il Crocifisso Nero del XVI secolo, ritenuto miracoloso e per molti secoli meta di pellegrinaggio. Spostandoci invece sul lato destro dell’edificio possiamo trovare l’antico fonte battesimale, che risale al XIV secolo, ed un crocifisso, detto il Cristo Spirante, scolpito dal palermitano Andrea Bisagna nel 1710-1711; la seconda cappella ospita il quadro della Madonna del Lume, databile intorno al 1738; la terza invece è dedicata al Sacro Cuore di Gesù. Ubicata in una buia cappella, si rova una statua di Santa Lucia, che un tempo veniva portata in processione assieme all’Immacolata, essendo le due festività molto vicine da un punto di vista cronologico.
L’impianto della Chiesa e la decorazioni interne sono tipicamente di stile barocco con stucchi in oro zecchino su fondo bianco. Sul singolare altare centrale delle reliquie in marmo, detto anche "degli specchi" (1727), è collocata l’antichissima statua marmorea della Madonna della Candelora della scuola del Gagini, documentata fin dal 1543 e raffigurante la Madonna con il Bambino, che dà il nome alla chiesa (Mater Salvatoris). Lungo la parete destra della navata vi è il monumento funebre del vescovo De Bono (come nella foto in basso), mentre nella parete sinistra si trova un baldacchino in legno che un tempo veniva utilizzato dal prete come sito privilegiato nel momento dell’omelia. Da ammirare anche il fonte battesimale del XIV sec..Negli spigoli che precedono l’inizio dell’abside sono poi collocate le statue di Sant’Antonio Abate e di Santa Teresa, mentre fra una cappella ed un’altra vi sono tre confessionali (il quarto spazio rimanente è occupato dal monumento funebre al vescovo De Bono). Il portale della Chiesa, affiancato da due lesene e sormontato da un cornicione mistilineo, risale al XVII secolo, ed è collocabile del periodo tardo-rinascimentale, così come altri portali dell’isola. Nel corso degli anni l’edificio ha subito numerosi interventi di restaurazione, l’ultimo dei quali nel 1985 che vide la restaurazione della volta che già mostrava alcune lesioni. Venne ristrutturata anche la sagrestia e costruiti alcuni nuovi vani in un’ala dell’ex collegio dei gesuiti, attigua alla sagrestia.



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