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ITINERARIO DEI CASTELLI NELLE PROVINCIE SICILIANE


 

::monte-adranone»Il santuario » Storia

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Ove son or le meraviglie tue
O regno di Sicilia? Ove son quelle
Chiare memorie, onde potevi altrui
Mostrar per segni le grandezze antiche?


(Dal Fazello - Storia di Sicilia,
deca I,lib. VI,cap.I)





Il Santuario è costituito da un temenos, o recinto sacro, che un muro di pietrelle a secco definisce in forma di trapezio rettangolare (m 9.30 est-ovest e m 11 nord-est). L'ingresso, a sud, introduce in un'area rusticamente lastricata al centro della quale è il sacello: questo è a pianta rettangolare (m 6 est ovest x m 3.50 nord-sud) con ingresso sul lato meridionale.
La tecnica di costruzione è in piccoli conci di marna, con pareti perimetrali serrate agli spigoli da conci in tufo arenario. L'interno del sacello è bipartito e una parete trasversale definisce a ovest un piccolo adyton cui si accede da una angusta porta lievemente rastremata verso l'interno.
Le fragili ma interessanti strutture interne (temporaneamente interrate) consistono in una piattaforma circolare in pietra di marna per un altare rotondo al centro del vano e in una panchina di pietrame a secco addossata lungo le quattro pareti.
Analoga panchina si può osservare all'esterno, lungo la fronte del sacello. All'esterno del sacello, appoggiato al tratto orientale della fronte è un botros quadrangolare con foro comunicante verso l'interno, mentre dirimpetto allo stesso tratto di fronte è un altro altare in pietra, di forma quadrata.
Sia all'interno che all'esterno del sacello al momento dello scavo si raccolsero numerose deposizioni votive, offerte religiosamente deposte dai fedeli sopra le panchine, ma anche nascoste, quasi stratificate tra le pietre componenti le panchine stesse, talora sepolte tra il lastricato del pavimento.
Una delle ultime deposizioni collocate sulla panchina interna è una interessante testa di Demetra con polos, in pietra tenera, opera locale che ibridamente ricorda modelli greci e punico-ellenistici. Da una fossa votiva nell'area del temenos provengono invece numerose terrecotte votive, trà cui i pregevoli busti di divinità dal volto giovanile attribuiti a Persefone.
A sud del santuario vi sono resti di strutture contemporanee che - anche per il tipo di materiale rinvenuto negli strati d'uso - si ritiene fossero in stretta connessione con l'attività cultuale del santuario stesso.
Su di esse, verso la metà del IV sec. a.C. vennero impostate le fondazioni di un articolato complesso artigianale o fattoria. Si tratta di un grandioso edificio a pianta rettangolare (m 57.50 nord-est sud-ovest x m 38.50 nordest/sud-est) con un vasto cortile al centro, intorno al quale si dispone regolarmente, sulle quatto ali dell'edificio, la serie di circa trenta ambienti principali, molti dei quali con ripartizioni interne.
Tra gli ambienti più significativi: nell'ala NO, all'angolo ovest, due ambienti contigui con vaschette di lavorazione con avanzi di tritume di cava e gesso (impasto normalmente usato per intonaci e pavimenti); nell'ala sud-ovest, un laboratorio di scalpellino con piattaforma di lavorazione che conservava in sito un blocco di pietra appena sbozzato e tre capitelli finiti di raffinata fattura, destinati a qualche importante costruzione e mai messi in opera; infine, un frantoio con la macina in sito con solco e beccuccio per versare il liquido spremuto in un pithos interrato.
Al momento dello scavo, presso il frantoio si rinvennero cumuli di olive carbonizzate: sembra evidente che il complesso venne distrutto mentre le attività erano in pieno fervore.