Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Castello di Calatamauro
I ruderi del castello di Calatamauro si trovano su un poderoso rilievo roccioso (764 m.s.l.m) delimitato da pareti scoscese a sud e ad ovest, mentre i versanti settentrionale e orientale presentano un lungo declivio con dislivello pronunciato.
La prossimità del sito al presidio musulmano di Entella (cfr.) ha in età federiciana probabilmente contribuito a rilanciare, dal punto di vista militare, il piccolo castello di Calatamauro, tanto da essere incluso nella lista dei castra exempta. Non è da escludere che il castello sia stato utilizzato dalle truppe imperiali come base per la lotta contro i musulmani in rivolta a Entella. La costruzione della grande cisterna potrebbe essere legata a questa concentrazione di soldati nella prima metà del XIII secolo. Alla fine dello stesso secolo, il castello sembra avere conservato un certo ruolo militare, tanto che le universitates di Palermo e Corleone progettarono di distruggerlo. Di contro nel XIV secolo il castello, forse danneggiato dopo il patto di alleanza fra Palermo e Corleone, perse sicuramente la sua rilevanza militare. Il castello era composto da due muri di cinta: le mura esterne (1,10 metri di spessore) sul lato nord, che sbarravano 1'accesso e le mura interne (1,50 metri di spessore) che circondavano la parte sommitale del sito. Nel 2006 sono iniziate le prospezioni archeologiche sotto la direzione della Scuola Normale Superiore di Pisa e e della Soprintendenza Archeologica di Palermo.
Le indagini hanno messo in luce l’intero percorso della cinta muraria inferiore che difendeva il complesso sul versante Nord, Nord-Ovest e Nord-Est. Tale cinta, costituita da un muro spesso fino a ca 1,80 m, risulta rinforzata da 6 torri quadrangolari. E’ stato individuato un tratto dell’antico sentiero che costeggiando parte delle fortificazioni arrivava alla porta d’accesso all’area del Castello. Nell’area più orientale del complesso edilizio è stata rilevante la scoperta di una grande cisterna che costituiva l’approvvigionamento idrico di questo primo livello di difesa. Chiude la fortificazione sul lato Est della terrazza una Torre, importante punto di avvistamento sull’accesso nonché sul lato Est, sul versante Nord-Est e Sud-Est. Procedendo dalla porta d’accesso verso Ovest seguendo il filo interno del muro di fortificazione della cinta esterna, sono state messe in luce due sepolture. Si tratta di due fosse terragne rivestite da lastrine, di una fase probabilmente tarda dato che utilizzano come limite Nord proprio il muro di cinta.
Le sepolture sono in decubito dorsale, orientate con il cranio ad Ovest e gli arti inferiori ad Est, entrambe infantili, una probabilmente di neonato. La grande cisterna monumentale, da sempre visibile a chi si avventurava fino alla cima di Calatamauro, è un grande ambiente rettangolare voltato con arco a sesto acuto impiantato su due pilastri posti a metà dei due lati lunghi Nord e Sud. All’estremità Ovest del lato Sud un piccolo vano quadrangolare costituisce la canna del pozzo di attingimento che si apre sulla terrazza superiore nel cortile della zona residenziale del Castello. L’interno della cisterna e il pavimento sono rivestiti da spessa malta idraulica, così come il bancone che corre addossato all’intero lato lungo Nord. Dalla porta di accesso si entrava in un cortile pavimentato in acciottolato e roccia regolarizzata, di forma rettangolare, a Nord e Sud del quale si aprono diversi ambienti. Per quanto riguarda il resto della terrazza superiore si segnala un poderoso torrione rettangolare posto nell’angolo Sud-Ovest dell’area. Si accedeva alla torre salendo una scala ad ampi gradoni intagliata nella roccia. Proviene dal castello di Calatamauro il celebre mosaico bizantino di Madonna con bambino del VII sec. d.c. custodito nella Galleria Regionale di Palazzo Abatellis di Palermo.
Riferimenti storici (testi di Ignazio Gennusa)
Il toponimo è ricordato da Idrisi:”da Manzil Sindi a Qal at Mawru nove miglia” e nel registro dei confini dei possedimenti dell’abbazia di S. Maria di Monreale, redatto su ordine del re Gugliemo II nel 1182 in arabo e latino, si legge “usque ad viam que ducit de Kalatamauru”.
Circa un secolo dopo, allo scoppio del Vespro, Calatamauro era un castello di una certa rilevanza militare se la confederazione tra Palermo e Corleone, nel celebre patto di alleanza del 1282, giura di cooperare, fra l’altro,” ad destruendum castrum Calatamauri”.
Nei capitoli accordati nel 1520 dal Conte Alfonso II marchese di Giuliana e Barone del castello di Calatamauro ad alcuni profughi albanesi che volevano ripopolare il casale di Contessa, redatti dal notaio Francesco Florena di Chiusa, si legge”Item devono detti abitatori pagar le decime del frumento posto alle fosse di Don Giovanni di Calatamauro. Item devono portar le legna secondo si costuma nella terra di Chiusa poste nel Castello di Calatamauro, essendovi Castellano.”
Il castello compare nella lettera che Francois Sabatier scrisse a Michele Amari, in parte pubblicata da Giuseppe Nenci. Scrive Sabatier: “Da Corleone andai a Contessa e di là a Calatamauro che n’è distante 2 miglia sole. La fortezza s’innalza sopra una montagna ertissima, in forma di pane di zucchero e quasi inaccessibile da tutte le parti…Fra le due torri e dopo la seconda …è un’antica porta. Il proprietario del luogo, il barone Mulè mi disse esserne state delle altre, forse esistevano dove mancano le mura.
Una visita virtuale: www.360cities.net/image/calatamauro