Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Chiesa della Maddalena-ragusa
Corso XXV Aprile, 46
La chiesa di Santa Maria Maddalena, ubicata lungo il Corso 25 aprile in adiacenza del palazzo Monisteri, esiste fin dal 1500 ed è testimoniata dalla visita di Monsignor Platamone nel 1542; dallo stesso si apprende che era già esistente presso di essa la Confraternita della Maddalena di cui ancor oggi si conserva lo stendardo in seta con ricami di antica fattura. Poco si sa del periodo intercorso fra quella data e quella del terremoto ibleo, non essendo stata danneggiata dal 1696 ospitava la parrocchia di San Tommaso .
L'edificio è abbastanza semplice; la configurazione attuale è stata realizzata nel 1876 quando si provvide ad allargare la strada. Un tempo campanile e facciata infatti erano in allineamento, ma per allargare la strada la parte anteriore della chiesa fu demolita. La facciata delimitata da paraste, culmina con un frontone curvilineo sul quale ai lati ci sono due pigne e al centro una coppia di volute con sfera che regge una croce in ferro; nella parte centrale sopra un imponente portale si apre una finestra sormontata da una cornice ad omega che sorregge il simbolo della Confraternita.
Il campanile, sul lato sinistro, conteneva tre campane oggi ridotte a due: la prima del 1800 fu ottenuta dalla fusione di una precedente campana del 1600 opera del catanese Grimaldi, le altre portavano la data del 1611 e del 1686, quest'ultima sembra con San Giuseppe in rilievo. Sul lato destro è riconoscibile un piccolo portale rinascimentale murato, risalente a prima del terremoto del 1693.
L' interno è ad una navata con cinque altari separati da paraste con capitelli corinzi; solo quello maggiore è in calcare dipinto, gli altri sono di legno. Prima delle modifiche della facciata era presente a destra un primo altare dedicato a San Luigi, di cui si conserva solo il piccolo quadro dell'800 posto oltre l'attuale primo altare che è dedicato alle Anime del Purgatorio. Durante il mese dei morti, un tempo, in una nicchia sotto questo altare venivano posti dei teschi (erano i teschi di confratelli sepolti nella cripta sotto l'altare maggiore) e dei ceri accesi: il tutto era protetto da una ringhierina in legno oggi conservata in sagrestia. Segue un minuscolo altare provvisorio con statuetta alla Madonna ed in alto il suddetto quadro di San Luigi. Si ammira quindi il secondo altare ornato da un secondo quadro con San Tommaso che incredulo si accinge a toccare il costato di Cristo Risorto fra gli sguardi impauriti di cinque Apostoli e quelli estatici di quattro cherubini. Sull'altare maggiore, realizzato nel 1733, il quadro della Maddalena della seconda metà del settecento opera dell'abate ragusano Don Franzo Nicastro (l'altare dove si celebra è molto recente e ricopre in parte l'accesso alla cripta).
Sul lato sinistro, rientrata rispetto alle pareti, c'è una cappella realizzata d fra il 1725 e il 1737 che apparteneva alla famiglia Nicastro (che aveva la residenza accanto la chiesa ). La cappella custodisce un quadro dell'Immacolata affiancato da due statue: Santa Lucia e Sant'Agata; ed accoglie, in parte nascosto da un confessionale, il sepolcro con lapide di Carmelo Sortino Trono; sull'arco interno lo stemma del casato (una torre con sopra tre stelle) testimonia lo jus patronatus sulla cappella.
Dopo l' organo , realizzato, nel 1903, da Gaudenzio Giummarra allievo di Serassi, il lato sinistra della chiesa oggi si conclude con l'altare in stile barocco dal seicentesco Crocifisso disposto fra due tele che rappresentano l'Addolorata e San Giovanni Evangelista. Interessante è il paesaggio di sfondo, simile a quello che si osserva nella chiesa dello Spasimo .
Prima delle modifiche al prospetto c'era l'ultimo altare dedicato a San Biagio di cui un quadretto si conserva in sacrestia. Pregevole un paravento in legno del '600, posto davanti all'ingresso, con un dipinto raffigurante il Sacrificio di Isacco.
In passato esistevano molte più opere esposte che, in parte, ancor oggi sono di proprietà della Confraternita. Sin dalla visita fatta da Monsignor Faraone nel 1621 si segnalano tre quadri con pittura a guazzo che rappresentano Santa Maria di Monserrato, Santa Maria Maddalena e Santa Margherita, oltre ad un quadro con Santa Ursula e uno con l'Ascensione di Gesù; di recente un affresco con Gesù e due Apostoli danneggiato è stato rimosso.
Si segnala, infine, vicino all'uscita una statua della Maddalena.