Ove son or le meraviglie tue O regno di Sicilia? Ove son quelle Chiare memorie, onde potevi altrui Mostrar per segni le grandezze antiche?
(Dal Fazello - Storia di Sicilia, deca I,lib. VI,cap.I)
Santa Maria dello Spasimo
Via Torrenuova, 44
La chiesa di Santa Maria dello Spasimo è da molti conosciuta come Santa Lucia inferiore per la presenza di una statua dedicata alla Santa (e per i conseguenti festeggiamenti del 13 dicembre) e per distinguerla dall'altra Santa Lucia venerata nella chiesa di Santa Venera. Sorge lungo la via Torrenuova, alle spalle di Porta Walter fra abitazioni private e con un minuscolo slargo antistante
Riedificata, dopo il terremoto, in stile barocco, recentemente è stata restaurata: la facciata, interamente rifatta, presenta un piccolo campanile e un elegante portale, sormontato da un arco riccamente decorato con una scultura in cima; sopra l'arco un frontone spezzato che poggia su due colonne scanalate a spirale nella parte inferiore e verticalmente nella parte superiore sin sotto i capitelli di stile corinzio;cherubini sono scolpiti sull'abaco. Superiormente un finestrone compreso in un timpano curvilineo spezzato dà luce all'interno. Sul campanile ci sono due campane, la maggiore ha l'iscrizione Santa Maria dello Spasimo ed è datata 1700, la piccola è invece datata 1625 ed ha la sigla IHS.
La chiesa sembra sia stata edificata ancor prima del 1517 visto che la data è apposta sullo zoccolo della statua in legno di Santa Lucia. Si arricchiva di molto grazie alle donazioni dei fratelli Dragonetto (1532) e di essa ne parla Monsignor Platamone nella Santa Visita del 1542. Dal terremoto 1693 ebbe notevoli danni specie nella parte prossima all'abside e quello che vediamo oggi è certamente il rifacimento dell'originale attestato dalla data 1770 che si legge sul portone principale forse unica cosa sopravvissuta all'impianto seicentesco. In questa chiesa aveva sede la Confraternita della Buona Morte o della Carità, di antica istituzione forse del 1556 ed attiva sino al 1928, che un tempo era formata da soli cittadini nobili e che precedentemente, si dice, aveva sede nella chiesa dell'Annunziata. La Confraternita aveva in proprietà un gruppo statuario in legno di fattura cinquecentesca raffigurante la Madonna dello Spasimo con il figlio Gesù morto sulle ginocchia. L'interno è ad una sola navata con cinque altari ed è ricco di quadri e affreschi sulle pareti e al soffitto. Interessante il polittico con sette pitture rappresentante i "Sette dolori di Maria", opera di ignoto datata 1759, posto subito dopo l'ingresso, più avanti, nel primo altare a destra, un quadro di Santa Apollonia dipinto dall'abate ragusano Franzo Nicastro e nel secondo altare un quadro della Natività di Maria; a sinistra un quadro di Santa Lucia e ritornando verso l'uscita l'altare del Crocifisso con sullo sfondo dipinto un paesaggio della Ibla seicentesca in epoca anteriore al terremoto (studiosi locali ipotizzano l'area dell'attuale piazza Pola, la principale piazza del tempo). Sulle pareti si possono ammirare sei affreschi raffiguranti Sant'Antonio di Padova, San Girolamo e San Gregorio, a sinistra, e Sant'Antonio Abate, Sant'Ambrogio e Sant'Agostino, a destra oltre ad affreschi raffiguranti quattro episodi della vita di Santa Lucia. L'altare centrale è contornato da colonne tortili decorate a foglie d'acanto indorate e da due colonne lisce sormontate da capitelli corinzi che delimitavano una statua di Santa Lucia di ignoto, risalente al 1517, e, al di sopra, uno stemma con la figura di Santa Maria dello Spasimo. Ai lati i quadri di San Giovanni Evangelista e di Santa Maria Maddalena, sormontati da affreschi che raffigurano Melchisedec nell'atto di offrire pane e vino ad Abramo e il sacrificio di Isacco. Sul soffitto tavole raffiguranti scene della passione di Gesù. Nella sacrestia, a cui si accede da una porticina posta a sinistra dell'altare maggiore, un bel quadro dedicato alla Madonna dello Spasimo datato al 1773.
Il soffitto ligneo, diviso in scomparti pitturati, fu realizzato dell'artista ragusano Matteo Battaglia coadiuvato da Filippo Neri Flaccavento nel 1773 come si legge sullo stesso. Ai bordi del soffitto alcuni putti indicano scene della vita e del martirio di Santa Lucia e agli angoli ci sono figure femminili allegoriche, sembra dello stesso autore. Gli stucchi, della prima metà del settecento, sono di Pasquale Cascone e molto simili a quelli visibili nella chiesa di San Vincenzo Ferreri.
Belli i pavimenti di pietra calcarea con disegno geometrico ottenuto con l'inserimento di strisce di pietra pece
Poichè in questa Chiesa si svolgono diverse funzioni in onore di Santa Lucia, il tempio è da molti chiamato anche Chiesa di Santa Lucia.